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lunedì 28 dicembre 2009

Rousseau...l'Emilio

Metà 1700, Rousseau se ne esce con l'Emilio e rivoluziona anni di pedagogia, lasciando le orme su cui la pedagogia moderna ha mosso i primi passi.
L'uomo nasce buono, va a male non appena è contagiato dalla società. Il ginevrino distingue proprio l'uomo naturale dall'uomo civile, come fossero bene e male.
Per educare bene basta offrire modelli positivi, creare situazioni educative adeguate a sviluppare le potenzialità che ciascuno ha. In quegli anni dilagava il sensismo e Rousseau non potè ignorarlo: il metodo migliore per educare è tramite l'esperienza. Sono i sensi, se guidati correttamente, che consentiranno di sviluppare nel modo corretto. Rousseau propone l'educazione indiretta o negativa, il maestro non è colui che trasmette nozioni ma che sapientemente consente all'alunno di dedurre da quanto vive.
Eh, ti pare niente! Complicato, difficilissimo preservare i bambini dagli incontri spiacevoli, è un'utopia quella di educare in campagna, da soli, lontani dalla civiltà. Difficile e rischioso: questo bambino saprà integrarsi col resto del mondo?

Tenerezza



Rubata a National Geographic

sabato 26 dicembre 2009

I vincisgrassi...post Natale

Buongiorno gente!...Il tempo non è dei migliori, anzi è piuttosto bigio, ma dentro...dentro ho il sole. Ho dormito stile letargo, ho trovato la colazione pronta e poi per pranzo ho un appuntamento galante con i vincisgrassi* di mia madre.
Invidia eh?!

*(Per chi non fosse marchigiano, i vincisgrassi sono le lasagne)
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Hops, mi dicono che non concordano con l'uguaglianza sopra citata, quella tra vincisgrassi e lasagne. Approfondisco l'argomento e vi riporto...solo un momento.

(...)

Le diverse teorie.

A: i vincisgrassi sono la versione povera delle lasagne, diciamo la versione contadina. Solitamente i vincisgrassi sono conditi con un ragù fatto anche con le animelle e non ci viene messa la besciamella.

B: la pasta delle lasagne è diversa da quella per i vincisgrassi, inoltre viene messa cruda (prima di esser messo tutto in forno), mentre nei vincisgrassi la pasta viene prima bollita.

Sono aperta a nuove teorie...perchè io non sono mai soddisfatta di quello che so!

venerdì 18 dicembre 2009

Mini vacanza

Breve, brevissima vacanza che attendo da mesi. Il blog è moscio, lo so, ed io penso alle vacanze! Sono arrivata a cottura ed ho bisogno di staccare un attimo.
Comunque qui è tutto pronto: l'albero, il presepe (mignon!), qualche dolcetto, i regali sotto l'albero (in realtà un pò sparsi per casa!),le luci alla finestra... Pronti ad accogliere il Natale!

Uhm,sì sì, io a Natale lavoro!...uff

lunedì 14 dicembre 2009

Un pò demoralizzata

Ma dai: ti prepari, senti già di essere a metà dell'opera mentre in realtà ti ritrovi punto e a capo.
Eh, lo so, le aspettative...sempre loro a far danni. Però scusate, che diamine, bisogna pure averne! A parte che è normale aspettarsi di poter sostenere degli esami universitari avendo pagato la rata, ma esuliamo dal caso specifico.

Alzi la mano chi non è per le aspettative!

Senti al telefono una bella voce e non muori dalla voglia di vedere chi ne è il possessore? Metti poi che sei single e al mattino l'oroscopo di Volpe ti aveva annunciato incontri del terzo tipo...altrochè se non ti fai delle aspettative! Ed è giusto farsele!!!
Per non parlare delle aspettative delle madri che girano nove mesi ingombrando gli spazi più di quanto si sarebbero mai sognate...non è giusto che ste sante donne si aspettano un fior fiore di figliolo?

...esilio a parte, resto demoralizzata.

giovedì 3 dicembre 2009

Gli scacchi

Sto imparando a giocare a scacchi...e me la cavo! Imparare qualcosa è magnifico, perchè fai finta di saper già fare...come in bici:la prima volta che pedali fai finta che pedali da una vita, te la fai sotto, ma i piedi fanno quello che sanno i piedi anziani di un padre, di un nonno e di molti altri!
Gli scacchi, parlavo di questo, sì, mi piacciono. Con la dama me la cavo, ho anche battuto spesso i mie avversari, quelli che si davano per vincitori sempre, ma gli scacchi sono una sorpresa. Innanzitutto ci impiego molto più tempo, me li gusto bene, anche se i mie tempi sono comunque troppo veloci. Ho battuto il mio collega più forte e poi qualche altro che mi ha dato grande soddisfazione. Vincere...a volte si deve.
Io vinco spesso, tranne che a carte e a qualsiasi cosa legata alla dea Fortuna. Vinco con quello che so, che azzardo, che penso...vinco con le mie armi. Però so perdere, sì, l'ho imparato e mi piace anche questo...soprattutto quando io me ne sto tranquilla nel mio ruolo di sconfitta e qualche altro soffre e si dispera per non aver trionfato. Mi guardo attorno e dico che non saper perdere è veramente un gran neo.
Non sopporto chi bara, anche se lo invidio un pò perchè io non lo so fare...forse non lo sopporto per questo. Gli uomini barano spesso, almeno così ho constatato. Prendi ad esempio i giochi come Tabù e Pictionary ( io li adoro), in questi gli uomini barano sempre, ma perchè con loro non hanno una donna. Sì, le "mafie"-come dicono i bambini- le fanno gli uomini quando giocano contro le donne...perchè loro devono vincere! E che scherzi?!

La mia pedina preferita...l'alfiere, ma anche il cavallo non mi dispiace.

mercoledì 2 dicembre 2009

Il silenzio

Non ho più voce... quant'è brutto non poter parlare. Mi sento quasi male!
E poi stamane la riunione...che tristezza non poter intervenire tutte le volte che avrei voluto...però probabilmente ho evitato di far danni!
Guardando la situazione da un certo punto di vista,essendo legittimata a non rispondere e a non intervenire quando non ne ho voglia, va a finire che il silenzio è un'occasione.

Rebel Rebel



Buongiorno!

lunedì 23 novembre 2009

Comunicazione di servizio

Mi dovete spiegare perchè appaiono video che non scelgo...questo è il mio blog e ci voglio quello che dico io!!!
Avevo messo "Tutto quello che un uomo" di Cammariere, ovviamente in Musica in Video , e Il sorpasso di Dino Risi, in Cinema.

Scusate, cercherò di risolvere.

Favola

L'avevo già sentita, ma mai ascoltata...non amo Ramazzotti. Andando a lavoro, cercavo alla radio qualcosa che non fosse una guerra tra beat (diciamo pure baccano!) e così ho trovato Favola, dell'Eros nazionale. Già i due primi versi mi ricordavano qualcosa, tipo una favola nota... "Favola di Amore e Psiche", scritta da Hesse. Poi la mente è andata e ha rintracciato anche un racconto contenuto nel libro "La vita notturna degli alberi", un bellissimo libro illustrato da Bhajju Shyam, Durga Bai e Ram Singh Urveti, artisti contemporanei che esprimono bene lo spirito dell'India.

E raccontano che lui si trasformò
in albero e che fu
per scelta sua che si fermò
e stava lì a guardare
la terra partorire fiori nuovi
così
fu nido per conigli e colibrì
il vento gl'insegnò i sapori di
di resina e di miele selvatico
e pioggia lo bagnò
la mia felicità - diceva dentro se stesso -
ecco... ecco... l'ho trovata ora che
ora che sto bene
e che ho tutto il tempo per me
non ho più bisogno di nessuno
ecco la bellezza della vita che cos'è
"ma un giorno passarono di lì
due occhi di fanciulla
due occhi che avevano rubato al cielo
un po' della sua vernice"
e sentì tremar la sua radice
quanto smarrimento d'improvviso dentro sé
quello che solo un uomo senza donna sa che cos'è
e allungò i suoi rami
per toccarla
capì che la felicità non è mai la metà
di un infinito
ora era insieme luna e sole
sasso e nuvola
era insieme riso e pianto
o soltanto
era un uomo che cominciava a vivere
ora
era il canto che riempiva
la sua grande
immensa solitudine
era quella parte vera
che ogni favola d'amore
racchiude in sé
per poterci credere

sabato 21 novembre 2009

Tra due tempi

Tra due tempi, a me è capitato. Senti il ticchettio in un orecchio, è ritmato, e nell'altro si incastra il tempo lasciato. Tic tac.

giovedì 19 novembre 2009

La mandorla

Datato 2005, scritto da una donna marocchina di circa quarant’anni e che usa lo speudonimo Nedjma per pubblicare.
Lo chiamano romanzo erotico, io lo definisco un libro etnico romanzato. L’amore, l’eros vissuto da una donna di un altro Paese, simile alle altre donne innamorate ma lontana da molte… perchè lontana lo scoprirete leggendo già le prime pagine del testo.
L’unico difetto che riconosco a questo libro è la ripetitività delle situazioni, si accusa dopo la metà e prima del finale… ma si merita ugualmente l’etichetta “da leggere”.

Nedjma è il nome della protagonista del famoso romanzo dell'algerino Kateb Yacine.

lunedì 16 novembre 2009

Influenza

Non mi sto facendo mancare nulla. Quando sono arrivati i dolorini alle gambe, concentrati alle ginocchia, il mal di gola lo avevo già da qualche giorno. Ho tirato avanti munita di OKI per evitare di dar buca a lavoro... perchè di solito il mio mal di gola finisce in bellezza: con le placche! Lo so, fa un pò schifo.
Due tre giorni con gli occhi lucidi, ma evitavo di misurare la febbre... perchè poi quando vedo 37 mi butto giù solo a leggerlo. Quindi qualche giorno di k e poi è arrivata pure la o, ko! Pigiamone, coperte, divano, sedia a dondolo, letto e poi divano, sedia a dondolo e di nuovo letto. Avessi avuto il libro da studiare magari avrei iniziato... vabbè, avrei fatto finta. I passatempi che mi son trovata sono stati passare l'aspirapolvere ( mai usato così tanto), riempire e vuotare la lavatrice ( ha lavato di tutto), sù e giù con il ferro da stiro e poi il pc, il libro di Licalzi che mi è stato prestato, la musica, un pò di tv e mi son fatta anche la manicure.
Ieri pomeriggio mi davo per vincitrice. Il mercurio (ho ancora il vecchio termometro)segnava 36° ,ma sul finire della giornata, entrata nel mio letto, ho iniziato a girarmi e rigirarmi per trovare una posizione, la giusta posizione, quella che non mi facesse più sentire il dolore alle ginocchia, alla schiena, alle spalle, alle braccia... niente, mi sono alzata! Imbacuccata come la Befana, ho misurato a passi il perimetro delle stanze di casa, poi l'area, mancava solo il volume! Avanti e dietro fino all'una, quando disperata metto il termometro sotto l'ascella e attendo il verdetto. 38°, era tornata la febbre. Faccio un ultimo giro per trovare la Tachipirina, ma va a vuoto. Stendo una coperta sopra al piumone, indosso una felpa e mi rimetto a letto tremando come una foglia.
Oggi sono ancora a casa. Stamane ho guardato il sole dalla finestra, mentre Willi, attonito, guardava Nerone che rincorreva i gatti. Adesso è buio, sento soltanto il rumore della caldaia... è ora di chiudere le persiane e di sperare che domani sia meglio di oggi.

La vita che volevo

Per tutti gli amanti dell’ormai caro Lorenzo Licalzi, ma anche per chi non lo conoscesse, l’ultimo libro “La vita che volevo”.

Aprendo il libro si riconosce subito lo stile Licalzi: le parole di una persona attenta, che riescono facilmente a render l’idea e che offrono a tutti l’opportunità di riconoscersi in uno dei personaggi.
Leggendo questo, come tutti gli altri suoi libri, capita spesso di dire “Sì, proprio com’è successo a me!”

Di formazione psicologo, Licalzi offre punti di vista sulla vita di tutti i giorni, sulle vicende familiari, sulle questioni di lavoro e propone interrogativi…

“Alzi la mano chi può rispondere di sì. Chi non ha mai rimpianto un’occasione mancata o una decisione che non ha preso. E non ha mai fantasticato un’altra vita; la vita, che forse, voleva davvero. E’ quel che succede ai personaggidi questo libro lieve e imprevedibile”

Satellite of love

mercoledì 11 novembre 2009

Tic tac

Il silenzio del tempo invaso dai tic, quando invece sarebbe bello gustarne l'infinito.
Eccoli,tic tac, di nuovo a rincorrersi e non prendersi mai, come Willy Cojote e il suo Bep Bep...

lunedì 9 novembre 2009

Uno sguardo intimo

Che voglia di apatia, di riposo, di classico autunno: il sole che colora, l'umidità e il tepore, le foglie caduche. Che voglia di sorrisi...li voglio rosa, teneri e silenziosi. Voglio cuscini morbidi e piumoni caldi.
Che voglia di vino rosso, scrutato a lungo nel suo bicchiere, annusato e amato per il gusto. E le risa, voglio anche quelle. Sonore, fragorose, corpose e travolgenti.
Poi un buon libro, un film in bianco e nero, e magari un canto soave, un canto di donna. Del blues. Sì, voglio un disco triste e malinconico... per piangere dentro, per solleticare le corde abbandonate dal pizzico estivo. Uno sguardo intimo, un attimo di pace. Poi, voglio anche tornare ad esser la rompicoglioni di un tempo: tormentata, petulante e sofferente. Sì, un salto nel passato...un viaggio breve, brevissimo, col biglietto di ritorno in tasca e un pugno d'armonia in più.

giovedì 5 novembre 2009

L' amore...una traccia del divino

L'amore è proprio questo: riconoscere una traccia del divino in un volto qualsiasi e riconoscerlo perchè prima della sua nascita questo volto era già ed era una dimensione eterna.

mercoledì 4 novembre 2009

La morte dell'anima

A volte l'anima muore e muore di fronte a un dolore, a una mancanza d'amore e soprattutto quando viene sospettata d'inganno.

Alda Merini

martedì 3 novembre 2009

giovedì 22 ottobre 2009

Diario di un cane...di nome Willi



E' arrivato un altro cane. Quello stupido di Bobi si è perso dietro alle cagne in calore. E' uscito una, due, tre volte, scappando da un buco scavato nel recinto ad est, e non è più tornato. Io delle cagne me ne sbatto.
Sì, è arrivato un altro cane. Dopo due giorni di riflessioni e trattative fra i membri della famiglia, alla fine mi pare lo abbiano chiamato Nerone... sai che fatica, è nero!
Viene da un canile, dicono tutti che è abituato a stare con gli altri animali, tipo i gatti, ma il curriculum, sinceramente, si mostra tarocco. I gatti, questi poveri gatti! Costretti a scappare tutto il giorno perchè quel Coglione, ah, scusate, quel Nerone li afferra sulla groppa e li sbatocchia di qua e di là mentre smiagolano disperati. Devo sempre intervenire, tutti mi chiamano e si appellano al mio buon senso, poi ora sono l'anziano di casa.
Ma quanto stavo bene io con Bobi?! Ma dai, prendete sto cane e dategliene di santa ragione e... Ah, no, la violenza no! E vabbè ci parlo io...ma voi non ridete quando gli abbaio!

domenica 18 ottobre 2009

Re e regina

Solitudine esistenziale

Quando una relazione è giunta all'ultima fermata si ha paura, paura di perdere ogni cosa, di perdere ogni punto di riferimento e di trovarsi soli.
Ma ci si salva, non si muore d'amore, solo vivendo coraggiosamente la solitudine. Da soli poi non dobbiamo di certo tappare i buchi con l'iperattività e neppure cadendo alla necessità di avere una relazione. Occorre rischiare di toccare il fondo, di andare giù, nella solitudine che si rivelerà profiqua. Dobbiamo diventare noi la persona giusta per incontrare la persona giusta.

Per scegliere di unirsi bisogna essere soli e separati; ogni vera scelta implica la libertà e la responsabilità che sono possibili solo nella separatezza dell'interiorità dell'io.
Ogni unione implica una precedente separazione. per unirsi a qualcuno da adulti bisogna essersi separati dai genitori e aver sperimentato la solitudine con i suoi aspetti positivi. altrimenti ci si troverà in un'unione che è brutta copia del legame non scelto con i genitori.

(F.Campione,1992)

Sentirsi felici mentre si è liberi dal bisogno ossessivo dell'altro è fondamentale
per vivere bene in coppia. Bisogna imparare a prendersi cura di se stessi, a sopravvivere da soli,a soddisfare da soli i propri bisogni.

Si diventa uno restando due.
(Fromm,1956)

venerdì 16 ottobre 2009

Evita...non c'è soluzione!

Mercoledì mattina ero in macchina, guidavo e riflettevo -per quel che si può riflettere dovendo prestare attenzione alle auto, ai pedoni e al resto che correda il manto stradale- e d'un tratto sullo sfondo grigio del cielo vedo un gabbiano. Volava dritto verso il mare, solo, quasi sperduto. Pioveva, era freddo, il vento soffiava ma non troppo, era sufficientemente buio da rattristarmi. Ma dove diavolo va sto gabbiano? Ma chiuditi da qualche parte, non osare troppo, evita!
Ieri mattina non pioveva, ma tirava un vento freddissimo. Mi affaccio dalla finestra per tirare dentro i panni che avevo dimenticato stesi fuori. Guardo un pò in giro e vedo Nerone, il cane più simpatico e giocherellone al mondo, cercava riparo accanto al tronco di un albero, ma girava e rigirava su se stesso senza trovare la posizione giusta che lo proteggesse dall'ira di Eolo. Ho voltato lo sguardo verso il garage pensando che stesse chiuso, invece no, la porta era aperta e poteva tranquillamente rifugiarsi li dentro. Perchè testone di un cane non decidi semplicemente di fare due passi e coricarti al caldo? Vattene da lì, non c'è soluzione!

Morire d'amore

A volte occorre separarsi: alcune relazioni hanno carattere di distruttività.
Ci sono persone così sottomesse e dipendenti da altre che non possono mai gustarsi momenti di serenità.
La minaccia del vuoto e della solitudine fanno così paura da far rifugiare in relazioni deleteree, basate su legami così stretti da soffocare. Si sta male eppure non ci si separa.
Tra vititma e persecutore si instaura poi un incastro perfettamente mortifero. Tutto va avanti senza nessun cambiamento, nonostante lo spegnersi dentro che inaridisce.

La co-dipedenza è una condizione emotiva , psicologica, comportamentale che si crea quando un soggetto viene assoggettato a un partner che, attraverso minacce, manipolazione, intimidazione, violenza diretta e indiretta, atteggiamenti repressivi, controllo esasperante, dinamiche attive di potere, impedisce al soggetto co-dipendente di esprimere liberamente sentimenti ed emozioni, nonchè di discutere di propri problemi personali e interpresonali.

Il co-dipendente si lascia coinvolgere in problemi altrui, si lascia sopraffare, dimenticando se stesso, i propri diritti e i propri bisogni. Egli preferisce accettare qualsiasi sofferenza piuttosto che sperimentare qualsiasi forma di solitudine.

mercoledì 14 ottobre 2009

Ma chi dice che l'amore sia sofferenza?

Che ciascuno sia solo .
Come le corde di un liuto che sono sole,
anche se vibrano per la stessa musica.
Datevi il vostro cuore, ma non lo date in custodia l'un l'altro.

Il profeta
,K.Gibran

Troppo spesso si accosta il termine amore con quello sofferenza. Ma non ve la ricordate la gioia di vivere che si prova quando si è innamorati? Non è un amore vero, quindi sofferente, quello che è assoggettato ai giochi di potere, alle manipolazioni, alle pretese e alle violenze. Iniziamo ad amare noi stessi e ci verrà bene anche amare gli altri.

Vicinanza e non possesso.

lunedì 12 ottobre 2009

E' necessario amare?

In molti dicono non sia necessario amare, ma in più sostengono il contrario. Ci si chiede il perchè: perchè mai si deve amare rischiando di soffrire?
Senza l'esperienza dell'amore non potremmo mai conoscerci, conoscere noi stessi. La relazione con la persona che si ama è un pò la cartina tornasole della nostra condizione interiore.
Psiche, nella favola di Apuleio, era bellissima e proprio la sua bellezza non le consentiva di trovare una persona che l'amasse realmente. Solo perdendo l'amore di Cupido, Psiche ritrova se stessa, impara a conoscersi e riconsocersi. Sapete come finisce la storia? Tra Psiche e il suo partner alato si accende la scintilla dell'Amore.
Ovviamente non è che siamo legittimati ad amare soltanto dopo che ci siamo conosciuti, visto che non si finisce mai di scoprire come si è.

Ho visto un re

Ho visto un re: indossava calze e mantello rossi, le scarpe nere e la corona d'oro.
L'ho visto in un luogo di ristoro. Gli ho dato da mangiare. Mi ha detto:-Sai,so amare.
Ed io, perplessa, ho pensato volesse farmi fessa. Ho chiuso la baracca, mi son seduta stanca e con le braccia tese ho detto:- Non voglio esser scortese, sta di fatto che lei è re ed io un'umile senese.
Ho visto un re: indossava calze e mantello rossi, le scarpe nere e la corona d'oro.
L'ho visto in un luogo di ristoro. Gli ho dato da mangiare. Mi ha detto:-Sai, so amare.
Ed io, innamorata persa, ho detto:- Senza nessuna offesa, sta di fatto che io sono contesa.
Ho visto un re: indossava calze e mantello rossi, le scarpe nere e la corona d'oro.
L'ho visto in un luogo di ristoro. Gli ho dato da mangiare. Mi ha detto:-Sai, so amare.
Ed io alla fine mi sono concessa.

venerdì 9 ottobre 2009

Nobel per la pace ad Obama

Una manna dal cielo, quest'uomo è una manna dal cielo.
L'onere di essere presidente degli Stati Uniti e poi l'onore di aver contribuito e di contribuire ancora per la Pace.

yes you can

Fatta da mia nipote



Fotografa meglio di me!

lunedì 5 ottobre 2009

Risalire

D'un tratto t'arrendi. I suoni dei tic e dei tac si fanno più vivi agli orecchi e il sole e la luna paiono rincorrersi veloci. Un giorno non basta, nemmeno mezzo. E l'ansia si arrotola al collo e stringe come la più fredda delle serpi. Ti arrendi. Le mani in alto per un attimo, a dar segno della resa, e poi giù, distese e pesanti da tirarti a terra, dove si giace raccolti e si aspetta. Si aspetta, sì, perchè lasciarsi andare alla morte è vile, la resa dovrebbe invece soltanto servire. Riposa, ché da terra si può risalire.

mercoledì 30 settembre 2009

Crisi

Crisi. Il tempo maledetto, la voglia che svanisce e il timore di sbagliare. Le tasse, i soldi, il famoso diritto allo studio, il dovere di studiare e le repentine sterzate di chi sale al comando. Riforme, continue riforme e poi controriforme, come non ci fosse esperienza sufficiente. Ti iscrivi ad un corso di laurea e te ne ritrovi un altro, un esame che vale 6 crediti da una parte si svaluta in 4 da un'altra, i programmi si allungano mentre altri si accorciano, gli esami lievitano o diminuiscono, i professori non ci sono, le rate si raddoppiano. Ma che cavolo di mondo è? Educatore professionale, educatore territoriale, educatore sociale territoriale,animatore socio-assistenziale... ma come devono chiamarsi questi disgraziati?
E le cooperative... che hanno tutto tranne che di sociale, che prendono il doppio, a volte il triplo, per il lavoro che ti pagano invece una miseria. Gli appalti, le gestioni miste, i curricula truccati o prestati per gareggiare, le commissioni che esprimono scelte senza rispettare criteri standard... e il termine "personalizzato" che diventa semplicemente ad personam per tutelare non si sa chi e non si sa cosa.

domenica 27 settembre 2009

Il granoturco


Eppure il granoturco che ha scelto di esser giallo
Non si domanda niente, non ricorda
chissà se poi continua a presentarsi giallo
per essere fedele a chi lo guarda.

Io per me non amo i campi di grano
che sono sempre puntuali ai loro appuntamenti
io per me non amo la mia fotografia
questo modo fermo e assurdo di esserti davanti:

io come biondo, se mi vedi biondo
io come amore, se ti aspetti l’amore
io come buono, se mi vedi buono
non ti posso insultare, no
non ti posso picchiare, no sono buono
non ti posso distruggere, sputarti addosso
non posso! non posso!

Eppure il granoturco che ha scelto di esser giallo
non si domanda niente, non ricorda
chissà se poi continua a presentarsi giallo
per essere fedele a chi lo guarda.

Tu per te non ami i muri maestri
che fanno stare in piedi antiche costruzioni
tu per te non ami gli specchi degli altri
che ti ributtano addosso le tue definizioni:

tu come donna, se t’han detto donna
tu come casa, se ti hanno dato una casa
tu come madre, se t’han detto madre
hai soltanto un dovere, sì
devi amare tuo figlio, certo sei sua madre
anche a costo di ucciderti che te ne importa
sei morta! sei morta!

Eppure il granoturco che ha scelto di esser giallo
non si domanda niente, non ricorda
chissà se poi continua a presentarsi giallo
per essere fedele a chi lo guarda.

mercoledì 23 settembre 2009

La congiura di Silvio

Lo scorso 8 settembre, il premier ha detto: «Le procure di Milano e Palermo congiurano contro di me, indagando su vecchi fatti del 1992, 1993 e 1994».
Anche la Procura di Firenze indaga sui fatti del 1993. Si vede che quella Procura non preoccupa. “Congiura” è un termine di cui conosciamo bene il significato. Ad esempio Bruto congiurò contro Cesare. Ma come possono “congiurare” le Procure, a cui sono state tolti unghie e denti? E poi, che congiura? Vuol dire che nelle Procure si è già trovata una verità sulla morte dei nostri parenti, e che non piace?

Tratto da http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578

lunedì 21 settembre 2009

Lo stratega Von Vespa

21 settembre 2009
Di tanto in tanto tornano film sulla Seconda Guerra Mondiale a ricordarci il mondo di Hitler: vari cerchi concentrici di "yes men" stretti intorno al Fuhrer per impedire che ogni spiraglio di realtà raggiungesse il suo bunker. Non erano buoni e protettivi, erano agli ordini. Gli ordini non erano sporadici: erano interni ad una logica che doveva prevedere solo vittoria, e dunque esagerazione di ogni evento per mantenere ben teso – fino alla fine – il clima di slancio. Nel bunker di Berlusconi – paragonabile per autismo mentale, bisogno di realtà truccata (a cominciare da se stesso), cerchi protettivi di uomini e donne fedeli che si interpongono tra il capo e i fatti realmente accaduti, ma per fortuna senza la devastante potenza distruttiva dell'antenato – la strategia è ferrea, ma rovesciata. Siamo noi a sostenere che "la sinistra" è malata o – se necessario – assassina? Diciamo che ci attaccano e ci insultano ogni giorno. Non c'è più la sinistra? Ignorare, fingere un assedio. C'è un'opposizione che chiede ogni giotno un "dialogo"? Denunciare il testardo e pericoloso rifiuto della opposizione ad ogni benevola apertura del governo. Occupiamo, controlliamo e possediamo tutte le televisioni? Gridiamo che sono tutte contro di noi, e che noi siamo il perseguitato e la vittima.

Il Consiglio di Amministrazione della Rai e tutte le posizioni direttive della Rai – meno una o due – sono in mano alla destra? Proclamiamo di essere in minoranza, perseguitati e sul punto di essere cacciati. Tutto ciò è provato da un dispaccio segreto del generale Von Vespa, descritto all'interno di un festoso settimanale (di proprietà del capo) che pretende di occuparsi di pocker e altri giochi di società. Il documento è in data 24 settembre. Ecco i punti salienti:

1. Nessun direttore di giornale italiano è lontanamente riconducibile a posizioni filogovernative. L'avvertimento è chiaro.

2. La Repubblica è un giornale patologicamente antiberlusconiano. Si riferisce all'insistenza di quel solo giornale (sostenuto dalla stampa del resto del mondo) a ottenere risposte sulla vita notturna del Primo Ministro.

3. Un importante giornalista si è stracciato le vesti per lo spostamento di due giorni di Ballarò in favore di Porta a porta. Ma poi non disdegna di salire al primo piano di Palazzo Chigi a chiedere appoggi per una rilevante direzione televisiva. Notare l'utilità della minaccia all'avversario senza farne, per ora, il nome.

4. Le telvisioni del proprietario-Presidente "non fanno male a nessuno", mentre non esiste al mondo una Raitre che colpisce sempre solo una parte politica. Von Vespa resta fedele al compito di sbarrare il passo alla realtà. Al Presidente-proprietario non piace.

5. Porta a porta ha un impianto chiaramente moderato. Il cconfronto è paritario. Von Vespa sta elogiando la sua divisione, poche truppe ma valorose, che per ora riescono ad occupare solo quattro sere alla settimana, ma sanno fare quadrato intorno ai monologhi solitari e non interrompibili del Presidente-padrone.

6. Raitre è stata, al contrario, sempre una rete di battaglia in favore della sinistra italiana e solo della sinistra. La parola codice è "al contrario". Raitre si è condannata da sola e Von Vespa, lo rende noto nel suo dispaccio, rilevando che – al quartier generale – la colpa viene ritenuta irredimibile, qualcosa da far pagare caro.

7. "A dovere invocare la par condicio siamo noi pochi moderati, in larga e documentata minoranza". Missione compiuta. Il rovesciamento è totale. Von Vespa annuncia dal suo forte – così gremito che non si troverebbe più un posto in piedi – la volontà di resistere ai due (a volte, quando non ne possono più, tre o quattro) che sostano in dissenso sotto le finestre blindate del Palazzo.

Scrupolosamente viene mantenuto il segreto: nel Palazzo le serate e le notti sono ancora cupe e desolate, dopo la disavventura di Tarantini, o si riapriranno – con la consueta discrezione – le feste?

mercoledì 16 settembre 2009

Nella mia vita

Nella mia vita. Gliel'avrebbe voluto dire piano, col tono basso come a proteggere il senso delle parole accostate. Invece il cuore le strizzò la voce e uscirono soltanto le parole che lui non capì. Resta, ora che sei qui.
Non c'era un dove, forse nemmeno un quando, era altro, erano il tempo e lo spazio messi insieme, mescolati, confusi e attraversati soltanto da due anime.
Non prese mai coraggio, tenne tutto dentro finchè il fuoco si spense lento, bruciandole il cuore e incenerendo i ricordi.

martedì 15 settembre 2009

Sguardi altrove


http://www.sguardialtrove.it/default.asp

Calma piatta o shake?

Ti siedi in un angolo e aspetti, come se attendere portasse di diritto a qualcosa di buono. La quiete dopo la tempesta, è di questo che parlano in molti. Come se poi il tumulto fosse da disprezzare, come se la rivoluzione vada per forza sopita, soffocata, come se il brutto non sia la calma, quella che spesso viene accentuata con l'aggettivo piatta. Allora shake!

venerdì 11 settembre 2009

Incanto notturno

Il tempo degli eventi


Te lo senti scivolare tra le mani, come sabbia asciutta che non trova ostacolo, che balla al ritmo del vento, che osa negli angoli più acuti e che irrompe negli animi cupi. Il tempo. Non salta, non corre, non va. Una dimensione strana.
Il cuore, il suo ritmo travolgente o il battito assente, è il cuore che al tempo dà vita. Lo culla, lo spinge, lo uccide, o lo lascia smarrire nel labirinto degli eventi proprio quando si vorrebbe invece trovar la strada.

mercoledì 9 settembre 2009

Amore mistico



Gustav Klimt non sapeva resistere al fascino femminile: ritraeva donne, le portava a letto, si innamorava di loro... a modo suo.
Nonostante l'amore per la giovane modella Marie Zimmermann, dalla quale ebbe due figli, Klimt ebbe accanto a sè Emilie Floge come musa. Molti sostengono che fra i due ci fosse soltanto un amore platonico, sta di fatto che è lei la protagonista del famoso dipinto Il bacio, opera che celebra il più nobile dei sentimenti. Proprio ad Emilie Floge venne dedicato anche un ritratto, il quale rese la donna un'icona del tempo.

Ninfee

venerdì 28 agosto 2009

Rubare stelle al cielo

Quando il sole si fa alto e tieni la testa china per non impressionare gli occhi, è lì che devi trovare il coraggio di alzare il capo e puntare dritto verso il sole, guardarlo con sicurezza e spirito di sacrificio, per poi tornare al mondo tuo terreno e godere delle stelle che hai rubato al cielo. Un istante, un attimo di smarrimento ed ecco che di nuovo la veglia e la coscienza di ciò che accade attorno ti renderanno freddo e razionale e spento come prima.

giovedì 27 agosto 2009

kuu lua gealach lluna księżyc

La valigia

Ecco, come sempre l'ansia valigia che incombe a ridosso dalla partenza. Ormai sarei dovuta essere un'esperta nel riempirla in modo intelligente, ma mi scopro ancora incapace. Il peso è la variabile indipendente e tutto il resto dipende da esso, e fin qui tutto fila. L'intoppo sta in "quanto peso" fa dipendere!

Oh mamma!Inspira espira inspira espira...

lunedì 24 agosto 2009

Feltri. Uahahahahahah

Scrive Littorio Feltri nell’editoriale d’esordio sul Giornale che è tornato a dirigere dopo averlo lasciato nel dicembre del 1997: “Con il cuore, non me n’ero mai andato”. Uahahahahahah. Feltri se ne andò 12 anni fa dopo che il Cavaliere aveva definito “incidente gravissimo” il suo articolo di prima pagina in cui chiedeva scusa a Di Pietro per averlo calunniato per due anni con le fandonie su inesistenti tangenti di D’Adamo e Pacini Battaglia: “Caro Di Pietro, ti stimavo e non ho cambiato idea”. Seguivano due paginoni in cui il Giornale di Feltri si rimangiava quei due anni di campagne antidipietriste: “Dissolto il grande mistero: non c’è il tesoro di Di Pietro”, “Di Pietro è immacolato”, “dei famigerati miliardi di Pacini” non ha visto una lira, dunque la campagna del Giornale era tutta una “bufala”, una “ciofeca”, una “smarronata” perché la famosa “provvista” da 5 miliardi non è mai esistita. Insomma Feltri confessava di aver raccontato per ben due anni un sacco di balle ai suoi lettori. E lo faceva proprio alla vigilia delle elezioni suppletive nel collegio del Mugello, dove Di Pietro era candidato al Senato per il centrosinistra contro Giuliano Ferrara e Sandro Curzi. In cambio di quella ritrattazione e di un risarcimento di 700 milioni di lire, l’ex pm ritirò le querele sporte contro il Giornale, tutte vinte in partenza. Furente Ferrara, furente Berlusconi. Così Feltri, spintaneamente, se ne andò. Non a nascondersi, come gli sarebbe capitato in qualunque altro paese del mondo. Ma a dirigere altri giornali: il Borghese, il Quotidiano nazionale di Andrea Riffeser (sei mesi prima aveva dichiarato all’Ansa: “Per carità! Conosco Riffeser da una vita e ogni volta che ci vediamo mi dice 'Sarebbe bello se tu venissi con noi', ma tutto finisce lì. Non sto trattando con nessuno. Ma tanto so già che nessuno ci crederà, comunque è così”).

Mentre usciva dal Giornale, Littorio sparò a palle incatenate contro i fratelli Berlusconi: “Provo un certo fastidio: per la causa comune mi sono esposto (alla transazione con Di Pietro, ndr), poi gli altri si sono ritirati e io sono rimasto con la mia faccina e tutti ci hanno sputato sopra. La cosa non ha fatto per niente piacere. Così si rompe un rapporto di fiducia… Mi sono trovato da solo e ho le ferite addosso e il morale a terra” (Ansa,10 novembre 1997). E il Cavaliere gli diede del bugiardo: “Feltri ha detto ultimamente qualche piccola bugia, però è ampiamente scusato” (Ansa, 7 dicembre 1997).

Feltri ora ricorda la sua prima esperienza (dal 1994 al ’97) di direttore del Giornale, “ereditato da Indro Montanelli” e si appella ai “lettori che già furono miei e di Montanelli prima che cedesse a corteggiamenti progressisti”. Uahahahahahah. In realtà Montanelli non cedette ad alcun corteggiamento progressista: rimase l’uomo libero che era sempre stato. E Feltri non ereditò un bel niente: semplicemente prese il suo posto (dopo averlo a lungo negato) quando Berlusconi mise in condizione Montanelli di andarsene perché non “non volevo trasformarmi in una trombetta di Forza Italia” né Il Giornale che aveva fondato “nell’organo di Forza Italia”, come il Cavaliere pretendeva e come Feltri voluttuosamente accettò di fare. Montanelli, lungi dal ritenere Feltri il suo erede, lo disprezzava profondamente. Infatti il 12 aprile 1995 dichiarò al Corriere della sera: “Il Giornale di Feltri confesso che non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri. Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere. Comunque, non è la formula ad avere successo, è la posizione: Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana. Sfido che trova i clienti!”.

Ma il meglio Littorio lo dà quando racconta che ora “Il Giornale mi si è offerto garantendomi la libertà della quale ho bisogno per lavorare”, perché lui sarebbe “insofferente a qualsiasi ordine di scuderia, disciplina, inquadramento ideologico”, e poi “questo non è mai stato un foglio di partito e il Pdl si illude se pensa lo possa diventare. La famiglia Berlusconi e gli altri azionisti da me si aspettano molti tranne una cosa: che trasformi Il Giornale in un megafono di Berlusconi. Non sarei in grado. Mi manca la stoffa del cortigiano”. Uahahahahahah. Prima di lasciare Il Giornale nel 1997, Feltri chiese provocatoriamente a Berlusconi di venderglielo: “Ho fatto una proposta organica per l'acquisto del Giornale perchè non sono disposto a fare un quotidiano di partito. Se la famiglia Berlusconi la accetterà, bene, altrimenti potrei pensare di lasciare. Rimarrei solo a condizione di poter fare un giornale indipendente e non, come qualcuno evidentemente sperava, l'organo di Forza Italia o del Polo, di cui non mi frega niente. Se un deputato di Forza Italia come Roberto Tortoli chiede le mie dimissioni e nessuno lo smentisce, vuol dire che non è il solo a pensare che Il Giornale debba essere il quotidiano di Forza Italia. Sono stato costretto a questo passo dopo le ultime vicende che hanno umiliato la redazione e rischiano di far sentire al lettore l'esistenza di un cordone ombelicale che lega Il Giornale a Forza Italia. Io invece voglio fare un quotidiano indipendente e lo dimostrerò, quando ne avrò occasione, anche in modo clamoroso” (Ansa, 14 novembre 1997).

Oggi, nella fretta, Feltri dimentica di spiegare come mai a richiamarlo al Giornale sia stato un signore che non possiede nemmeno un’azione del Giornale, cioè il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, scavalcando l’editore, il fratello Paolo, informato come al solito a cose fatte. Se l’è lasciato sfuggire, come se fosse un dettaglio insignificante, lo stesso Littorio l’altra sera nella rassegna di regime di Cortina Incontra: “Il 30 giugno scorso ho incontrato Silvio Berlusconi. Ogni volta che lo vedevo mi chiedeva: ‘Ma quand'è che torna al Giornale?’. E io: ‘Sto bene dove sono’. Ma quel giorno entrò subito nei dettagli, fece proposte concrete e alla fine mi ha convinto”. Materiale interessante per le Authority che dovrebbero vigilare sui conflitto d’interessi, se non fossimo in Italia.

L’ultima parte dell’editoriale feltriano è una grandinata di insulti a Gianni Agnelli (possibile “furfante”, “vero peccatore”) per le ultime rivelazioni sui fondi neri in Svizzera. Una prova di coraggio da vero cuor di leone, visto che l’Avvocato è morto da tempo. Per la verità, che la Fiat e la famiglia Agnelli avessero montagne di soldi all’estero era già emerso nel processo intentato dai giudici di Torino ai vertici Fiat a metà degli anni 90, concluso con la condanna definitiva dell’allora presidente Cesare Romiti per falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti. Ma all’epoca Agnelli era vivo e potente, dunque Feltri e il Giornale difendevano a spada tratta casa Agnelli e attaccavano i giudici che osavano processarla.

Visto che Il Giornale non è l’organo di Forza Italia né, men che meno, il megafono di Berlusconi, Littorio Feltri sul Giornale difende appassionatamente Papi dalle inchieste del gruppo Repubblica-Espresso. Che strano. Nel ’97, lasciando Il Giornale, lo stesso Feltri si profondeva in salamelecchi verso il gruppo Repubblica Espresso e il suo editore Carlo De Benedetti: “Non ho mai litigato con nessuno, tantomeno con De Benedetti, che ho sempre stimato e di cui credo di potermi definire da sempre amico. Quando si sposò, fummo l'unico giornale italiano a pubblicare la sua foto con signora. Ho ottimi rapporti anche… con Carlo Caracciolo e Eugenio Scalfari” (Ansa, 13 novembre 1997). Come passa il tempo.

La chiusa dell’editoriale di oggi è un capolavoro: “I neopuritani laici – scrive Feltri - non muovono un dito per deplorare quanto sta avvenendo sul fronte fiscale” a proposito dei presunti fondi neri di Agnelli in barba al fisco. Invece – aggiunge -“se un simile sospetto gravasse sulla testa di Berlusconi, i giornali non si occuperebbero d’altro”, anche perché “i soldi sottratti al fisco sono un danno allo Stato, ai cittadini che sono costretti a versare puntualmente denaro all’Agenzia delle Entrate”. Uahahahahahah. Il fatto è che un simile sospetto grava eccome sulla testa di Berlusconi, rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale di Milano per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita per svariate centinaia di milioni di euro nascosti nei paradisi fiscali. Processo sospeso dal lodo Al Fano. Perché Littorio Feltri, questo campione della libertà di stampa “insofferente a qualsiasi ordine di scuderia, disciplina, inquadramento ideologico”, questo pezzo d’uomo a cui “manca la stoffa del cortigiano” non se ne occupa con una bella inchiesta sul suo Giornale libero e bello? Uahahahahahah.

di Marco Travaglio

sabato 22 agosto 2009

Ambarabacciccicoccò, la mazzetta nel comò

"Accuse inconsistenti, circuito mediatico giudiziario prima del voto, fuga di notizie". Tuonava come da copione il Pdl appreso dell´inchiesta a carico del candidato alla presidenza della Provincia di Modena Luca Ghelfi, avvocato civilista ex Udc, accusato assieme al commercialista Ruggero Speranzoni di aver intascato mazzette per truccare un'asta immobiliare del Tribunale. Il sottosegretario ex Udc Carlo Giovanardi, che ha già annunciato un nuovo capitolo del bestseller Storie di straordinaria ingiustizia, vorrebbe "capire perché, senza un minimo di prudenza e di riservatezza, gli atti istruttori in avvio d´indagini preliminari siano stati così precipitosi tanto da rischiare di condizionare la tornata elettorale (8 giugno)". E puntuale, alla ripresa dei lavori parlamentari, il ministro Alfano risponderà all´interpellanza del deputato reggiano Emerenzio Barbieri, anche lui transfuga dall´Udc.

La vendita all'incanto e la denuncia che ha fatto scattare l´inchiesta dei pm Claudia Natalini e Stefania Mininni sono di fine maggio. Secondo il quadro accusatorio che ha portato all'arresto in flagranza del commercialista, i congiunti dell'ex proprietario di tre lotti d´immobili pignorati per debiti ottengono precise garanzie dal loro legale di fiducia Ghelfi: ossia che previo pagamento di 25mila euro a Speranzoni, deus ex machina delle aste e in passato curatore fallimentare, sarebbero riusciti a tornare in possesso dei beni di loro interesse perché non vi sarebbero stati rialzi. L´unico concorrente, difatti, è un prestanome del commercialista. Tutto fila liscio fino a che i parenti dell'esecutato non presentano denuncia, infastiditi dall'entità del versamento: fra l'altro solo 15mila euro finiscono a Speranzoni, il resto è la cresta dell'avvo-candidato di fiducia.

Il denaro, con l'apporto fondamentale delle intercettazioni telefoniche, lo scovano i pm eseguendo con la Guardia di Finanza le perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni dei due indagati per estorsione e turbativa d'asta. Presunti innocenti, certamente, ma Speranzoni finisce in manette (poi scarcerato settimane dopo per il venir meno delle esigenze cautelari) col malloppo sotto lo studio legale, il candidato alla presidenza della Provincia viene trovato con una mazzetta da 500 euro nel portafogli e "solo" 4.500 euro nel comodino di casa. Se si fosse atteso il voto, dunque, non ci sarebbero stati i sequestri del denaro poi blindati dal Riesame. Giovanardi propala sui quotidiani la "giustizia ad orologeria" mentre Emerenzio Barbieri, già noto alle cronache per aver lamentato la mancanza di un parrucchiere gratuito alla Camera per le colleghe, sottopone al ministro Alfano "le modalità spettacolari del blitz della Finanza ed il clamore mediatico che hanno accompagnato la vicenda alla vigilia del voto" chiedendo l´invio di ispettori per la "divulgazione di notizie riservate". Che resta tutta da provare. Gli atti noti a difensori, indagati e Gip sono pubblicabili e la notizia della perquisizione nello studio legale certo non ha fatto l'interesse dell´accusa: l´unico quotidiano a pubblicarla l´indomani, Il Resto del Carlino, non ne spiegò bene le ragioni: non era a conoscenza degli altri sequestri e neppure di chi fosse coinvolto ("forse è indagato un cliente di Ghelfi"). Intanto però si aprì il varco alle solite litanie sulla giustizia ad orologeria, a prescindere dai fatti, naturalmente.

di Stefano Santachiara,Il Fatto Quotidiano

Anna... che bella donna era

Di Anna si sa tutto, tranne la verità. Naque in campagna in una notte di neve, alla luce di una cetilena e al freddo tipico delle case di campagna di un tempo, quelle con gli spifferi delle finestre e il solo calore del fuoco. Quando Anna è nata, il padre e lo zio corsero a chiamare il parroco per battezzarla, perché credevano non sarebbe sopravvissuta. La madre, dopo i dolori forti del parto, non fece in tempo a prendere in braccio la sua bambina che già aveva detto sarebbe stata l'ultima creatura che avrebbe messo al mondo. Al tempo non si studiava il percorso più breve per correre all'ospedale e non si preparava la valigia con i vestitini del nascituro, si partoriva in casa e con l'aiuto dell'ostetrica del paese.
Maria, la madre di Anna, era una donnona, sembrava tedesca, era di quelle donne che lavorano dalla mattina alla sera, di quelle che muovono montagne e la sera non sembrano poi così stanche. Era una bella donna Maria: occhi chiari, capelli lunghi sempre raccolti in una treccia come usava al tempo, un seno giusto, né troppo grande né troppo piccolo... solo le gambe, sì, quelle non erano un granché, ma tanto andavano le sottane lunghe.
Marino si era innamorato di Maria passando vicino a un campo, mentre la donna, giovanissima al tempo, era impegnata ad aggiustare le cove. Marino chiese subito chi fosse quella giovinetta risoluta e la sera seguente andò a casa sua per parlare con i genitori. Maria e Marino si sposarono a dicembre, il caso volle che fosse un giorno caldo come ad agosto e che i parenti poterono godere del banchetto preparato nell'aia della casa di don Peppino, il padre dello sposo.
Come dicevo, di Maria nessuno sapeva la verità: si pensava fosse nata in città, nella villa dei Milani, signorotti di Pavia che commerciavano tessuti.
Anna Milani, attrice, ballerina e modella, non era altro che una donna come tante altre che aveva tentato di nascondere le sue origini per diventare famosa. Cardinali era il vero cognome di Anna, ma il suo impresario le disse di cambiarlo con Milani, suonava meglio e poi aveva tutta un'altra fama. Anna... che bella donna era Anna. Gli occhi grigi, i capelli ricci e neri, le labbra sottili ma il sorriso sonoro, i fianchi notevoli e le caviglie fini, era così. La ricordano così i ragazzotti di un tempo, s’incantavano a guardarla a teatro o nelle copertine dei giornali abbracciata ai figli di papà della Milano bene. Anna...che bella donna era Anna.

venerdì 21 agosto 2009

lunedì 17 agosto 2009

Giallo


Giallo ocra, giallo come il sole, giallo limone, giallo zafferano, giallo canarino, per non parlare del giallo paglierino. Giallo del Post-it, del girasole e della mimosa. Rose gialle, come la mela e la banana. Il film giallo o il libro giallo. Gialla la T-shirt, giallo il pulcino, giallo anche Pikatchu. Il Taxy è giallo, il mais, il marmo reale e il moscato. Oro giallo. La signora in giallo.Il Cristo giallo.

Cos'altro?

venerdì 14 agosto 2009

Povera Silvia!

-Silvia, Silvia, bambina mia, non fare così. Perché non mangi? Perché piangi? Perché, dimmelo a mamma.
Silvia, che di anni ne ha 18 e che di vita ne ricorda soltanto una, come uno l'amore della sua vita, oggi è triste, soffre e la vita le pare non servire più a nulla.
-Dai, su mamma, non fare così. Mangia qualcosa. Che hai fatto? Si risolve tutto, dai, però dillo a mamma... non mi far stare in pensiero. Lo vedi che mi fai stare male. E poi se lo sa tuo padre che stai così... che gli dico? Silvia... e dai amore. Mannaggia però, sono le otto e fra poco tuo padre torna a casa...Silvia, Silvia, smettila, vieni di là tesoro, non mi mettere in difficoltà, non mi far stare male. Oh madonna mia, tutte a me capitano!Se la vede così mi ammazza... che gli dico, che gli dico? Silvia, a mamma, tirati su, lavati il viso e vieni a tavola...Silvia.
Sissi, fallo per mamma, tirati un po' su, datti una pettinata. Non gli diciamo niente a papà, va bene? Non gli facciamo sapere niente, tanto si risolve tutto. E poi tu che hai? Che ti piangi? E basta!Bastaaa!Io, io sì che posso piangere, io sì che dovrei piangere, non tu. Tu hai tutto, non ti manca niente, non pensi a niente, c'hai chi ti lava chi ti stira e chi ti passa da mangiare...ti faccio tutto io...eh, mica lo faccio solo a te poi...a tuo padre, a tuo fratello e pure a quella stronza di tua nonna. Io sì che devo piangere!Perché io sono una povera scema...me ne dovevo andare, me ne do-ve-vo-an-da-re!Hai capito? No che sto qui, a pulire il culo a tutti. E portami questo e portami quello, e cucina questo e cucina quello, e questo fa schifo e questo te lo mangi tu... sta scema che corre a destra e poi a sinistra e che si spezza in due per accontentarvi. Eh, ha fatto bene Pina a lasciare casa e figli a quel cornuto del marito. Alzati per Dio! Muoviti!

La finestra



Stringi tra i denti quei tuoi pensieri che lisci come l'olio
vanno
infondo alla pancia quelli di ieri
speri non risalgano mai più nella gola
per non dover poi dire
mai più quel che pensi a me che non so più capire te..
me..te..me..te..me...

respiri tra i denti i miei pensieri
prima che ritornino
quaggiù nella pancia quelli di ieri
speri non dover sentire mai più dalle labbra
che ti han saputo dire
di più dei pensieri che non ti so spiegare mai...

stringi forte al petto quell'attimo che c'è
se ti porti dietro il mondo
porta dietro pure me...

e non mi resta che allacciare un paio d'ali alla mia testa
e lasciare i dubbi tutti a una finestra
per quel paio d'ali fuori è ancora festa
perché non ho molto tempo
e non mi resta..

stringi, stringi, stringi,stri..

Stringi tra i denti quei tuoi pensieri
che lisci come l'olio vanno
giù nella pancia quelli di ieri..
no no non risalgono mai più nella gola
mai più quel che pensi a me che non so più capire te..
te..me..te..me..

se ti porti dietro il mondo porta dietro pure me

e non mi resta che allacciare un paio d'ali alla mia testa
e lasciare i dubbi tutti a una finestra
per quel paio d'ali fuori è ancora festa
perché non ho molto tempo
e non mi resta

incollato un paio d’ali alla mia testa
e ho lasciato i dubbi tutti
a una finestra
per quel paio d'ali sai non è più festa
perché non è molto il tempo che mi resta...
non mi resta, non mi resta, incollato un paio d'ali a questa testa

si ma tu stringi, stringi, stringi, stringi, stringi, stringimi sulla finestra

se ti porti dietro il mondo porta dietro pure me

mercoledì 12 agosto 2009

Il mistero di Giovanna

Lucia aprì quel vecchio cassetto che la nonna teneva chiuso a chiave da sempre. Ricordava il mistero che avvolgeva quel comò, tornò indietro nel tempo, a quando era bambina e più volte aveva tentato di aprirlo senza riuscirci mai. Ora nonna Nina era morta e con sé aveva portato l'impossibilità di accedere al segreto custodito per anni. Lucia volle onorare la fatica della nonna a celare il contenuto dell'ultimo cassetto di quel comò in noce, così cercò la chiave, senza cedere alla curiosità che premeva verso una soluzione veloce e dissacrante: forzare il cassetto. La chiave era nella scatola dei foulards.
Nemmeno tanto nascosta- pensò Lucia prima di metterla nella toppa del cassetto e di girare.

Aspettarsi qualcosa dagli altri è brutto, saresti troppo concentrata su te stessa se avessi aspettative su di lui.
Hai piacere a vederlo, a sentirlo, ma non te lo aspetti, non ci conti. Fra te e lui c’è un rapporto bello, e ti permetti di pensarlo perché immagini che anche per lui sia così. E’ raro questo tipo di relazione, è prezioso. Pensi che in questo modo ti sia capitato solo con lui.
Stai vivendo tutto con serenità e ogni momento non può che valere più di quanto possa valere aspettandolo. Non sai ancora se ti comporti così per difesa, per evitare delusioni, o se lo fai perché con lui sei semplicemente così. Devi capire. Prima o poi ci arriverai.


C'erano fogli, a righe a quadri, carta paglia, fogli da lettere, lembi di giornale, cartoline e tutti scritti dalla stessa mano... da Giovanna. Parole che a seguirsi mostravano l'anima di una donna fragile, ma che al mondo si era mostrata dura come onice.

martedì 11 agosto 2009

Ri-aggiornare l' iPod

Aggiungo anche Ping Pong e E io ci sto, entrambe di Rino Gaetano, inoltre Scivola vai via di Capossela, Donde estas Yolanda? dei Pink Martini e Sunrise di Norah Jones. Per oggi può bastare!

Mura di cinta

Aggiornare l' iPod

Ho vuotato tutto. Sì, ho cliccato poprio lì, su Ripristinare.
Bellissima sensazione il poter iniziare o ricominciare qualcosa. Ero stufa delle solite canzoni, sempre Allevi, Silvestri e Gazzè, addirittura nell'ordine originale dei dischi. Che banalità e che noia!
Allora...vediamo un pò...
Message in a bottle dei Police
Chihuahua di Mina
Passione di Neffa
Come foglie di Malika Ayane
Mai più noi due di Dolcenera
Gocce di memoria di Giorgia
Do you want to di Franz Ferdinand
Roxanne dei Police
Walking on the moon dei Police
Io che amo solo te di Endrigo
Nine Milion Bicycles di Katie Melua
Angie dei Rolling Stone
Le valse d'Amelie di Yann Tiersen
la guerra è finita di Baustelle
Un romantico a Milano di Baustelle
Punto di Jovanotti
Come musica di Jovanotti
Pescatore di Mannoia/Bertoli
Meraviglioso di Modugno
etc etc...
salute!

lunedì 10 agosto 2009

San Lorenzo...cade pioggia!

Cade solo pioggia, niente stelle!
Per qualche verso è molto meglio che a cadere sia acqua, per carità è utile alla campagna, ma possibile che ieri il cielo era stellatissimo ed oggi così coperto?! Non c'è giustizia!Diciamolo.
Niente foto.

Ulivi

sabato 8 agosto 2009

Dreams

Oh, my life is changing everyday,

In every possible way.
And oh, my dreams, it's never quiet as it seems,
Never quiet as it seems.

I know I've felt like this before, but now I'm feeling it even
more,
Because it came from you.
And then I open up and see the person falling here is me,
A different way to be.

Ah, la da ah...
La...

I want more imposible to ignore,
Imposible to ignore.
And they'll come true, impossible not to do,
Impossible not to do.

And now I tell you openly, you have my heart so don't hurt me.
You're what I couldn't find.
A totally amazing mind, so understanding and so kind;
You're everything to me.

Oh, my life,
Is changing every day,
In every possible way.

And oh, my dreams,
It's never quiet as it seems,
'Cause you're a dream to me,
Dream to me.

Ah, da, da da da, da, la...


the Cranberries

venerdì 7 agosto 2009

HPV papilloma virus, vaccinazione gratuita

HPV: si allarga la fascia d'età per la vaccinazione gratuita contro il papilloma virusLa Regione Marche allarga la fascia d'età delle donne a cui offrire gratuitamente la vaccinazione antipapilloma virus, causa principale dei tumori alla cervice uterina. La prestazione era gratuita per tutte le giovani donne che dal 2007 in poi avevano compiuto il 12 anno di vita e proseguiva per questa categoria fino al compimento del 18 anno di vita. D'ora in poi invece l'offerta attiva gratuita del vaccino è ampliata alle giovani che, nell'anno in corso, compiono il 18 anno di vita e viene mantenuta anche negli anni successivi fino al compimento del 26 anno. Il provvedimento inoltre stabilisce l'offerta gratuita, senza chiamata attiva, per le donne di età compresa tra le due fasce in cui è prevista l'offerta attiva, ovvero quelle di età compresa tra il compimento del dodicesimo anno ed il compimento del diciassettesimo. L'offerta prevede invece la partecipazione totale della spesa, calcolata sul prezzo di acquisto del vaccino da parte dell'Asur, arrotondato all'euro superiore e maggiorato di 12 euro per la prestazione, per tutte le donne non comprese nella fascia di gratuità fino al compimento del 26 anno di vita.
Per informazioni: www.regione.marche.it alla voce Comunicati Stampa – comunicato del 29 luglio 2009

giovedì 6 agosto 2009

Regole...anche qui?!

Apro parentesi.Ci sono regole quando si gioca.
E' vero, ci sono anche regole di buon comportamento, di galateo e di mille altre cose.
Io lavoro con le regole, sono fondamentali per me e per chi fa il mio lavoro.
Io odio stabilire regole, sempre e ovunque. Però tengo alle regole tacite. Chiudo parentesi.

Questo blog a volte è stato usato per questioni personali...sì, lo so che un blog è già qualcosa di personale, ma il mio punto di vista è interessante: questo non è lo spazio per le questioni di cuore, che siano esse una piacevole dichiarazione o un attacco crudele e ingiustificato come è capitato.
Non vivo di internet, vivo e non sono virtuale. In questo luogo scrivo, a mio modo, e qui, a mio parere, si può dire tutto quanto concerne ciò che scrivo.
Non ho intenzione di crearmi amicizie sfruttando l'adsl e non penso possa rivalutare qualcuno leggendo un commento.

Così è se vi pare.
Questa è la mia risposta a chi pone domande.

M essAge In a bottLe

mercoledì 5 agosto 2009

Blue Moon



Blue moon, you saw me standing alone,
without a dream in my heart,
without a love of my own.
Blue moon, you knew just what I was there for,
you heard me saying a pray'r for
someone I really could care for.
And then there suddenly appeared before me
the only one my arms will hold.
I heard somebody whisper "Please adore me",
and when I looked, the moon had turned to gold.
Blue moon, now I'm no longer alone,
without a dream in my heart,
without a love of my own.
And then there suddenly appeared before me
the only one my arms will hold.
I heard somebody whisper "Please adore me",
and when I looked, the moon had turned to gold.
Blue moon, now I'm no longer alone,
without a dream in my heart,
without a love of my own.
Blue moon, now I'm no longer alone,
without a dream in my heart,
without a love of my own.

&

Tornata!


Tornata!Stanca e provata, ma felice. Toccata e fuga, è vero, ma è bastato. Qualche foto la trovate nell'album Isole Tremiti ( per avere accesso ai miei album basta cliccare sopra ad un'immagine di Fotomania).
Già si lavora, ma per campare tocca farlo e va bene così...poi adoro il mio lavoro, quindi chi si lamenta?!
Vado a nanna signori e signore, buonanotte.

sabato 1 agosto 2009

Essere previdenti

Luna


Aspetta aspetta, ho trovato qualcosa in archivio!

E la luna bussò...

Ieri sera era una luna incantevole la colpevole della mia distrazione. Il colore che persiste ormai da qualche giorno e la forma che man mano invece cresce...meraviglioso.
Volevo immortalare quello spettacolo, ma qualcuno ha detto che il sonno era impellente e non poteva resistere ancora, come fosse un bisogno di gran meno valore. Ed io, accogliente, l'altrui desio ho tentato di esaudire, annebbiando l'idea di poggiare l'occhio nel mirino della macchina.

Spero di poterne rubare presto un'immagine.

giovedì 30 luglio 2009

Sempre e per sempre

Pioggia e sole
cambiano
la faccia alle persone
Fanno il diavolo a quattro nel cuore e passano
e tornano
e non la smettono mai
Sempre e per sempre tu
ricordati
dovunque sei,
se mi cercherai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Ho visto gente andare, perdersi e tornare
e perdersi ancora
e tendere la mano a mani vuote
E con le stesse scarpe camminare
per diverse strade
o con diverse scarpe
su una strada sola
Tu non credere
se qualcuno ti dirà
che non sono più lo stesso ormai
Pioggia e sole abbaiano e mordono
ma lasciano,
lasciano il tempo che trovano
E il vero amore può
nascondersi,
confondersi
ma non può perdersi mai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai

tanto si è parlato e molto di più si è taciuto

Iniziai un discorso fuori luogo, finchè chi avevo davanti, imbarazzato, cominciò con i suoi silenzi. Da allora, tanto si è parlato e molto di più si è taciuto.

mercoledì 29 luglio 2009

Berlusconi da una estocada a la cultura

20 de julio, plaza de Montecitorio, Roma, sede del Parlamento. Mario Monicelli, de 94 años, se manifiesta junto a 5.000 profesionales del mundo del espectáculo. Cerca de él está Citto Maselli, como él director de cine y León de Oro en Venecia. Monicelli le dice: "Citto, nos manifestamos desde hace 50 años. ¿Cómo es posible que sigamos así?".

La protesta esta vez ha logrado reunir a muchos más que en otras ocasiones. Hay caras conocidas como las de Nanni Moretti, Mariangela Melato, Carlo Verdone, Ettore Scola, Luca Zingaretti y muchas otras desconocidas, las de aquellos menos afortunados que deben buscarse trabajos complementarios al de actor, guionista, bailarín, escenógrafo, coreógrafo... para llegar a fin de mes.

Muchos sujetan globos negros y esquelas en señal de duelo. Según dicen, es "la muerte del espectáculo", "la muerte de la cultura".

El Gobierno de Silvio Berlusconi, escudándose en la crisis económica, la misma que el magnate se empeña en definir como más psicológica que real, ha decidido recortar drásticamente la aportación que el Estado realiza al Fondo Único del Espectáculo (Fus), rebajándolo en más de un 25%. El recorte supone quitar 130 millones de euros a los 511 millones previstos por el gobierno de Romano Prodi en 2008. El fondo recibirá este año 379 millones, cuando la cifra prevista por el anterior gabinete era de 567.

La multitud espera, con pocas esperanzas, el fin de la reunión entre la delegación de artistas y el vicepresidente del Gobierno, Gianni Letta. Nada que hacer. Pese a que Letta aprieta, el ministro de Economía, Giulio Tremonti, no cede. "En tiempos de crisis es mejor destinar el dinero al turismo que a la cultura", declara.

El Fus ayuda a financiar cine, música, danza y teatro, un sector entero que en Italia ocupa directamente a 200.000 personas. La rabia que estos días sienten una buena parte de los artistas no procede tanto del temor de perder el trabajo sino de otro más profundo. Lo explica así Dario Fo, el premio Nobel de Literatura. "Es el mundo al revés. El gobierno da ventajas a los ricos, favorece a quien no paga impuestos, se muestra comprensivo con ellos para que no tengan traumas, y mientras tanto recorta el dinero que destina a la cultura. Es muy grave y demuestra que este gobierno carece de conciencia cívica".

El dramaturgo milanés, por teléfono desde Perugia, donde acaba de estrenar su espectáculo ¿Giotto o non Giotto?, agrega que se trata de "un acto de censura violento y voluntario, una forma de decir a los artistas que no ataquen al poder y que sean dóciles". La medida, enfatiza, "denota gran ignorancia y brutalidad por parte de unos ministros brutales y obscenos, cuyo objetivo es silenciar a la izquierda como sea".

Fo no es el único que piensa que el recorte es más político que económico. Muchos profesionales creen que será el golpe de gracia a los espectáculos en vivo, que todavía osan discutir la primacía absoluta de la televisión. La actriz Mariangela Melato ha subrayado que "todo el dinero va en la misma dirección, a la televisión basura, a los contenidos carentes de contenido". A su juicio, "Berlusconi quiere bajar el telón de la escena porque siempre ha representado el ojo crítico de los tiempos".

El presidente de la Asociación Nacional de Autores Cinematográficos (Anac), Citto Maselli, explica que el ahorro que supondrá el recorte al Estado es tan minúsculo que sólo cabe pensar que "representa la conclusión de una política destinada a eliminar las dos únicas fuentes críticas que existen: el teatro y el cine".

La iniciativa se enmarca, según Maselli, dentro de "un plan estratégico e inteligente de la derecha que comenzó hace 25 años con el gran monopolio de la televisión de Berlusconi". Hace unos meses, el Maggio, que organiza el festival más antiguo de Italia, tuvo "serias dificultades" para pagar la nómina a sus empleados. "En vez de considerarnos una parte del patrimonio italiano, vamos a recibir ocho millones menos del Fondo", se lamenta Giambrone.

Como medida de presión, los artistas han empezado a ocupar estos días espacios escénicos en los que hay programadas representaciones teatrales y musicales. Algunos colectivos, como el 0,3%, se han mostrado favorables a retirar sus películas de la Mostra de Venecia que se celebrará del 2 al 12 de septiembre. Sin embargo, la mayoría se inclina por utilizar el festival como escaparate de sus reivindicaciones. Según Dario Fo, la decisión final la determinará "la ignorancia de un Gobierno decidido a asesinar la cultura".