Era lo spazio di una giovane curiosa, che ascoltava, osservava, assaporava, toccava e annusava. Vi trovavate quasi tutto ciò che arrivava dai cinque sensi ad EricaM e che poi si faceva un giro nella sua mente! Oggi questo Blog è una parte di tempo libero che EricaM ha deciso di dedicarsi. Buon Viaggio insieme ;)
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dibeneinpeggio.blog@libero.it
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giovedì 5 novembre 2009
L' amore...una traccia del divino
L'amore è proprio questo: riconoscere una traccia del divino in un volto qualsiasi e riconoscerlo perchè prima della sua nascita questo volto era già ed era una dimensione eterna.
mercoledì 4 novembre 2009
La morte dell'anima
A volte l'anima muore e muore di fronte a un dolore, a una mancanza d'amore e soprattutto quando viene sospettata d'inganno.
Alda Merini
Alda Merini
martedì 3 novembre 2009
Io venni pecora nera...
Spartite le acque del mio dolore, oggi come ieri senza misura, senza scolto, io venni pecora nera carica di desideri in un deserto senza erba a morire.
Alda Merini
Alda Merini
giovedì 16 luglio 2009
Chiare fresche e dolci acque...
Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.
sabato 4 luglio 2009
Ad un amico ( non è un consiglio, è una poesia)
Non lasciare mai
che il dubbio t'abbandoni,
ché mai avrà il suo stesso
valore una certezza;
lascia che stiano entrambi
seduti sul tuo cuore
che ha temuto e teme
il cielo e il suo deserto;
lascia che compaiano
all'alzarsi del sipario
il dubbio d'esser certo
... e il suo contrario.
Tratto da Sulla riva del foglio, Gianluca D'Annibali
che il dubbio t'abbandoni,
ché mai avrà il suo stesso
valore una certezza;
lascia che stiano entrambi
seduti sul tuo cuore
che ha temuto e teme
il cielo e il suo deserto;
lascia che compaiano
all'alzarsi del sipario
il dubbio d'esser certo
... e il suo contrario.
Tratto da Sulla riva del foglio, Gianluca D'Annibali
martedì 19 maggio 2009
martedì 12 maggio 2009
venerdì 24 aprile 2009
domenica 8 marzo 2009
Poesia...di un giovane poeta elpidiense
http://www.myspace.com/sullarivadelfoglio
Gianluca D'Annibali, 27 anni, nato a Fermo, residente a Porto Sant'Elpidio (AP). Dopo il diploma di maturità, ha frequentato la facoltà di Lettere Moderne all'Università degli Studi di Macerata. Abbandonati gli studi ufficiali, continua da autodidatta a coltivare la sua passione per la Letteratura e la Poesia. Pubblicazioni: nel 2007 ha pubblicato la silloge "IL PASSO LENTO DELL'ACQUA" contenuta nell'antologia "Giovani Poeti Leggono...Carlo Antognini" edita dalla Pequod. Nel 2009 ha pubblicato il libro di poesie "SULLA RIVA DEL FOGLIO" per la Casa Editrice L'orecchio di Van Gogh. Oltre a scrivere poesie in lingua italiana, scrive anche poesie in dialetto Elpidiense. Poesie in dialetto: Premio Varano 2006, Secondo classificato per la provincia di Ascoli Piceno con la poesia "A 'na poetessa". Premio Varano 2008, Segnalato con Menzione Speciale con la poesia "Lu Pescatò". ----------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------- -------------------- IL POETA, SCRITTORE E CRITICO LETTERARIO FABIO MARIA SERPILLI HA SCRITTO DI ME: Nutritosi di letture dei ‘patriarchi’ e dei classici del Novecento, Gianluca D'Annibali ha fatto sua la lezione dei maestri mettendo a fuoco poi i caratteri della sua scrittura già colma e matura. La sua poesia si addensa di senso, di esperienza esistenziale, di ritmo monodico eppur sempre nuovo poiché cresce in intensità nei passaggi ora densi ora lievi a seconda della maggiore o minore tensione noumenica dell’autore. Gianluca D'Annibali ha il respiro lungo (alla Montale o alla Luzi per intenderci) quindi non ha il fiatone che lo lascia a mezza via nel suo cantare, né la sua versificazione si lacera di tante singhiozzature tipiche del neofita. Ha la voce sicura e la materia profonda del canto recitato quasi a retto tono. La materia del suo canto? Può cantare tutto e soprattutto il coraggio di vivere e anche le sconfitte.
Gianluca D'Annibali, 27 anni, nato a Fermo, residente a Porto Sant'Elpidio (AP). Dopo il diploma di maturità, ha frequentato la facoltà di Lettere Moderne all'Università degli Studi di Macerata. Abbandonati gli studi ufficiali, continua da autodidatta a coltivare la sua passione per la Letteratura e la Poesia. Pubblicazioni: nel 2007 ha pubblicato la silloge "IL PASSO LENTO DELL'ACQUA" contenuta nell'antologia "Giovani Poeti Leggono...Carlo Antognini" edita dalla Pequod. Nel 2009 ha pubblicato il libro di poesie "SULLA RIVA DEL FOGLIO" per la Casa Editrice L'orecchio di Van Gogh. Oltre a scrivere poesie in lingua italiana, scrive anche poesie in dialetto Elpidiense. Poesie in dialetto: Premio Varano 2006, Secondo classificato per la provincia di Ascoli Piceno con la poesia "A 'na poetessa". Premio Varano 2008, Segnalato con Menzione Speciale con la poesia "Lu Pescatò". ----------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------- ----------------------------------------------------------- -------------------- IL POETA, SCRITTORE E CRITICO LETTERARIO FABIO MARIA SERPILLI HA SCRITTO DI ME: Nutritosi di letture dei ‘patriarchi’ e dei classici del Novecento, Gianluca D'Annibali ha fatto sua la lezione dei maestri mettendo a fuoco poi i caratteri della sua scrittura già colma e matura. La sua poesia si addensa di senso, di esperienza esistenziale, di ritmo monodico eppur sempre nuovo poiché cresce in intensità nei passaggi ora densi ora lievi a seconda della maggiore o minore tensione noumenica dell’autore. Gianluca D'Annibali ha il respiro lungo (alla Montale o alla Luzi per intenderci) quindi non ha il fiatone che lo lascia a mezza via nel suo cantare, né la sua versificazione si lacera di tante singhiozzature tipiche del neofita. Ha la voce sicura e la materia profonda del canto recitato quasi a retto tono. La materia del suo canto? Può cantare tutto e soprattutto il coraggio di vivere e anche le sconfitte.
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