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martedì 30 dicembre 2008

Io, Saviano e la passione per il Big Mac

Due cupi corazzati macchinoni di grossa cilindrata dall’aria circospetta mi attendono sotto casa. Un paio di uomini mi fanno accomodare con garbo riluttante nella vettura in testa al convoglio. All’interno il tepore ovattato di un ascensore è reso spigoloso da un uomo che bisbiglia nel microfono che gli spunta dal bavero della giacca.

L’impressione di irrealtà svanisce quando Roberto Saviano mi rivolge un suo tipico «E allora? » farcito dall’ironico incurvarsi del sopracciglio. E io — che sono smarrito come un bimbo rapito dai marziani — non trovo di meglio che replicare: «E allora, eccoci qua».

Non appena l’auto entra in uno stretto parcheggio ha inizio una danza il cui effetto è quello di teletrasportarci dentro al salone di un ristorante (preventivamente svuotato per noi). Non è la prima volta che mi accade di constatare la materna premura con cui la scorta tratta Saviano. Uomini posati la cui età oscilla tra i trentadue anni del più giovane (unico celibe e senza figli) e i cinquanta di quello seduto accanto a Saviano. Ragioni di sicurezza mi impediscono di dichiarare le generalità di quest’ultimo ma non di ricordare il suono della voce che sembra provenire dal fondo di una caverna rinfrescata da un umido effluvio di limoni. Mi parla di quanto sia complicato guidare un auto che pesa quattro volte più del normale. Nota che guardo la grande sacca dietro di lui da cui spunta un massiccio mitragliatore: «È uno Spas-12 perfetto per sedare le sommosse. Siamo ben equipaggiati. Se ci attaccano sappiamo come reagire». L’incubo è un altro: un’intercettazione parlava dell’acquisto di una cinquantina di chili di tritolo. Finché tutto quell’esplosivo non verrà fuori dormiranno un po’ meno tranquilli.

Un paio di estati fa trascorsi una settimana di vacanza con Saviano in una località balneare. Ricordo che non avevo tratto una forte impressione dalla scorta che gli avevano affidato. C’era un che di eccessivamente esaltato nel contegno di quei ragazzi. Tutto il contrario di questi qui. La cui professionalità sembra esprimersi nel modo dimesso, quasi ironico, di svolgere le mansioni. Sebbene il cameratismo s’incentri sulla condivisione di un destino che potrebbe rivelarsi tragico, il tono della discussione ostenta la leggerezza tipica di chi ha bisogno di esorcizzare.

«Quando uscì la notizia che volevano farci saltare in aria sulla Roma-Napoli» dice Saviano «la reazione dei ragazzi fu quella di correre ancora più forte. Da casello a casello in quarantacinque minuti».

«Più corri più li induci all’errore» chiarisce il mio vicino di sedia.

«Dopo quella cazzo di notizia mia moglie per la prima volta mi ha chiesto spiegazioni. Era terrorizzata ».

«Invece mia moglie ci scherzò su: "Insomma per Natale vi vogliono fare il pacco regalo"». «Una volta lessi che un killer era entrato in un locale e aveva chiesto: "Chi è che si chiama Gennaro?". Il tizio che rispose: "Io" si beccò una bella pallottola in fronte. All’epoca lavoravo con un giudice e gli dissi: "Senta, dotto’, se qualcuno ci chiede se c’è uno che si chiama Andrea, la prego, faccia rispondere me"».

Il ribollire d’una discussione così spiritosamente macabra non mi ha impedito di notare una stranezza. Un attimo dopo l’arrivo in tavola di vassoi colmi di diversi tipi di pasta, l’uomo dalla voce cavernosa ha afferrato il piatto di Saviano riempiendolo di un trittico di primi.

Frequento Saviano da un tempo sufficiente per sapere che il suo rapporto con il cibo è complicato come quello dei bambini. Accade che lui ti chiami e ti chieda di andarlo a trovare nella sua tana del momento: «Sono solo. Non mi va di rompere le palle ai ragazzi. Perché prima non passi da un cinese? Va bene anche un Big Mac». La stranezza non è in gusti gastronomici così corrivi. Semmai nel modo con cui Saviano tratta quella sbobba. Mangia con gli occhi più di quanto non faccia con la bocca. Si avventa sul cibo con aria famelica, ma si sazia subito. Si alza in piedi, inizia a parlare e a gesticolare come una marionetta. Ti racconta le abitudini sessuali di qual capomafia, l’ossessione per le ostriche di quel pentito. E lo fa per impressionarti, con aria di sfida, ma anche perché non può farne a meno.

L’ossessione di Saviano per l’universo malavitoso ha origini balzacchiane. Lui si interessa al caleidoscopio criminale con la dedizione di un moralista classico. Tale fissazione è così radicata da aver polarizzato ogni altro interesse: ecco perché Saviano è un ospite straordinario quando t’invita nel suo regno ma non è mai disposto a muovere le chiappe per venire a visitare il tuo. Ciò che non gli somiglia non lo interessa. Puoi condurre la discussione su qualsiasi terreno: sport, politica, sesso… Ma le sue idee su questi argomenti difficilmente superano la soglia del buonsenso. Ma se ti interessa il genio allora ti basta innescare la sua monomania. Intanto il resto finisce con l’annoiarlo. Le proposte sessuali che riceve tramite My space o Facebook—a prescindere dal sussulto di orgoglio che gli procurano —, o le attempate signore bene che gli si offrono, non lo avvincono più degli spring rolls o dei Big Mac. Non c’è uomo più immune da istinti edonisti di Roberto Saviano.

Anni fa Mario Desiati, all’epoca segretario di redazione di Nuovi Argomenti nonché scout della Mondadori, mi fece leggere un racconto-reportage sulla malavita campana scritto da un certo Roberto Saviano. Poco più che ventenne aveva pubblicato qualche articolo molto tosto e documentato su Lo straniero e su Nazione indiana. A Mario sfuggì un commento tipo: «È una forza della natura ma anche un kamikaze. Bisogna tenerlo d’occhio». Non capii se alludesse al suo destino editoriale o alla sua incolumità. Come pensare che solo pochi anni dopo le due dimensioni—quella artistica e quella legata alla sicurezza—si sarebbero così inestricabilmente intrecciate? Il nostro incontro avvenne qualche settimana dopo, in occasione della presentazione del mio libro organizzata dai miei zii napoletani al Circolo Canottieri. Ed eccolo lì, dove non te lo aspetti, in fondo alla solenne club house con le finestre aperte su spicchi di cobalto. Eccolo lì, splendidamente inadeguato, con jeans da teddy boy, scarpe da ginnastica e occhi dipinti di fresco da qualche allievo di Luca Giordano. Eccolo lì, impantanato in tutta la sua goffaggine sociale. Sebbene Saviano fosse il prodotto di un milieu borghese, era evidente il suo disagio in un contesto mondano. Andammo a prenderci un caffé. Così entrai per la prima volta in contatto con l’arcipelago-Saviano. Camminammo un po’ per Piazzale dei Martiri, ci inerpicammo lungo Via dei mille. Non c’era cinema, né negozio, né ristorante che non custodisse un retroscena malavitoso. Come se il mondo che credevo di conoscere non fosse altro che la presentabile calcomania di un universo popolato di spettri. Capii subito che Saviano apparteneva a quel genere di scrittori per cui la bellezza dorme acquattata sotto spessi strati di immondizia.

Il fatto ragguardevole è che l’enorme risonanza planetaria che il lavoro di Saviano ha frattanto ottenuto non ha in alcun modo alterato il suo sguardo. Ora è certo più scaltro, più vanitoso, più navigato, più guardingo (chi non lo sarebbe al suo posto?), ma il suo sistema solare continua a girare intorno alla stella mefitica da cui è letteralmente tormentato. La sua mente è sollecitata dalla geometrica perfezione dalle strutture criminali. Una vocazione che gli ha consentito di tradurre la dietrologia in un efficacissimo strumento conoscitivo privato del quale si sentirebbe nudo e improtetto. L’ironia è che il suo desiderio di proteggersi abbia finito con il renderlo uno dei dead man walking più protetti del pianeta!

«Quando all’estero mi affidano una scorta» mi dice ridendo «la prima cosa che faccio è cercare di capire come sono organizzati. Il che mi aiuta a conferire un senso a quello che sta avvenendo, e a prevenire quel che sta per succedere ».

Finché la conversazione tra me e lui si fa più intima: «La fine di un amore. Ecco una cosa che non capisco. Contro la quale mi ribello. Forse perché lì il meccanismo mi sfugge. È come se d’un tratto tutto negasse ciò che hai impiegato del tempo ad accettare. L’esatto contrario del mondo criminale. Fatto di slealtà e tradimenti, ma obbediente a regole precise. Non trovi che la sfera affettiva sia quella che riservi le sorprese peggiori?».

Il desiderio di essere amato, la competizione, la richiesta continua di protezione e di riconoscimenti, la suscettibilità. Tutto questo fa di Saviano un suddito onorario del regno di Edipo. «Mia madre è una donna bella con un carattere da colonnello che si è ammorbidito con gli anni. La mia vita è stata il tentativo di dimostrarle che ero meglio di quello che sembravo. Temo mi considerasse una specie di intellettuale inconcludente ».

Be’, converrete con me che l’encomiabile zelo con cui Roberto Saviano ha voluto dimostrare a una madre così potente di valere qualcosa ha dato frutti fin troppo spettacolari. E tuttavia la mia esperienza personale mi suggerisce che Saviano non si sia emancipato dai riti di quel legame originario. Qualche tempo fa Saviano mi chiese cosa pensassi di un suo articolo. Gli dissi che non era la cosa migliore che avesse scritto. Capii dal tono della voce che quel responso da me pronunciato con tanta leggerezza aveva alterato in modo irreparabile la piega del suo umore.

Casa Saviano. Un vero ossimoro. Da che lo conosco questo è il quarto rifugio in cui mi invita, e d’altra parte ci tiene a dirmi che si tratta di una sistemazione temporanea. A dispetto delle precedenti dimore almeno questa non è angusta né squallida, sebbene egualmente impersonale. Una romantica soffitta all’ultimo piano di un vecchio palazzo. «Che ne dici se apriamo un panettone che mi ha regalato un pasticciere devoto? ».

Non mi stupisce che gli facciano regali votivi. Più di una volta mi è accaduto di constatare il fervore che la vista di Saviano suscita nel prossimo. Quella volta in cui una mamma volle che Saviano toccasse la testa del suo bambino.

Scene del genere mi suscitano ripugnanza, ma anche un fosco divertimento. Le assimilo all’idolatrica devozione a Padre Pio o al culto postumo di Pasolini. Qualcosa di irrimediabilmente italiano che non mi piace. Curioso il modo in cui Saviano assimila il culto di cui è fatto oggetto. Con divertimento direi. Ma anche con una serietà che ti lascia sbigottito. È come se lui intravedesse una relazione tra l’ardore religioso che anima gli altri e la sua percezione di essere in pericolo. Non ho mai conosciuto, per ovvie ragioni, un mio quasi coetaneo che dovesse affrontare quotidianamente l’idea della propria fine. Certe volte sembra quasi che morire è il minimo che la gente si aspetti da lui. Sebbene Saviano abbia un’idea letteraria della propria morte, non ne sottovaluta i lati truculenti tanto meno quelli comici. «Certo, l’idea che un’esplosione mi stacchi una gamba mi fa orrore».

Ricordo quando Saviano mi disse che i casalesi lo volevano eliminare. Era l’autunno del 2006. La notizia stava per divampare. E lui non trovò di meglio che mettersi a piangere di infantile disperazione. Da allora però il suo contegno è cambiato. Il suo umore si è adattato al vertiginoso binario d’una montagna russa impazzita. Ogni tanto annuncia (via sms) che ha un brutto presentimento. Lo chiami e lui non risponde. Altre volte ti spiega con tristezza, come se la cosa non lo riguardasse, che è inutile farsi illusioni, tanto quelli «non dimenticano». Sicché dalla sua enciclopedia dell’orrore stipata di atti criminosi tira fuori un paio di storie istruttive: «Ale, si tratta di persone dotate di una pazienza infinita. Quando tutti si saranno stancati di questa storia, loro agiranno. Te l’ho detto, per i casalesi tutto è cinema. L’happy end è il mio cadavere ».

Il panettone è squisito. Ha il colore giusto: un giallo paglierino dato dall’eccesso di burro. Ma Saviano lo maltratta, piluccando pezzettini di pan di spagna dopo averli separati da uvette e canditi. Ci mettiamo nel piccolo soggiorno. E lui fa la solita fatica a sistemarsi. Si stira, si alza, si risiede. Sembra che stia cercando la soluzione più scomoda per sedersi. Il suo fisico è snodato come quello di una burattino. Fumiamo sigari all’anice e lui mi fa: «Che ne pensi di questa roba del Partito democratico?».

«Delle lezioni di moralità che dovresti impartire ai nuovi dirigenti?».

«Esattamente».

Gli dico che raramente ho sentito una cazzata più ridicola, tendenziosa, demagogica. Gli chiedo se non gli costi essere diventato un’entità politica così influente. Se la responsabilità a cui è tenuto, quel modo di misurare le parole che lo ha reso un’icona bipartisan, non sia una negazione dello spirito kamikaze di Gomorra.

«Se mi abbandonassi, ora che ne ho il potere, a una serie di dichiarazioni di pancia, metterei in pericolo tutto quello che ho raccontato. Ma la responsabilità non inquina la mia operatività. L’articolo in cui fornivo gli indirizzi dei mandanti e degli esecutori degli omicidi dei sei africani mi sembra che rispettasse lo spirito di Gomorra ».

Per dire come il suo libro abbia infettato i miei pensieri gli dico come fino a poco tempo fa quando m’imbattevo nel termine Gomorra pensassi alla Bibbia oppure alla Recherche mentre oggi invece mi ritrovi subito scaraventato a Casal di Principe ma anche in quel fucsia genialmente pop dei cartelloni pubblicitari del film di Garrone. Ride. E continua: «Io sono contro l’economia criminale che considero la vera gorgone del capitalismo contemporaneo. Questa è la mia sola passione politica. E la letteratura naturalmente. Anche se lo sai, m’interessano gli scrittori che usano il sangue al posto dell’inchiostro: Junger, Nizan, Cendrars, Céline».

Il dato affascinante è che una frase come questa che, pronunciata da qualsiasi altro, suonerebbe pretenziosa, sulla bocca di Saviano prenda un suono così vivido. La cosa che gli invidio (almeno dal punto di vista professionale) è l’essersi conquistato sul campo il diritto alla retorica. Sapete com’è: i millenni che ci separano da Omero ci hanno fatto dimenticare, per una questione di buon gusto e per un’idea tutta moderna di autenticità, quanto la retorica sia nutriente per la nostra vita spirituale. Ebbene, tutto quello che Saviano ha fatto fin qui sembra essere al servizio di una strategia: poter pronunciare certe impronunciabili frasi, ingaggiare, con l’aiuto della scorta, un’omerica battaglia contro un branco di assassini. Sapete, l’intercalare che precede tutte le sue proposizioni è «paradossalmente ». Un avverbio che suona come una specie di auto-definizione o come una preventiva richiesta di scuse per l’improbabilità di ciò che sta per narrare.

Ma quando ricaccia fuori la solita solfa degli scrittori che sarebbero tutti «pavidi», perdo le staffe. E gli chiedo se non attribuisca al termine «coraggio» un’accezione un po’ troppo hollywoodiana: «Insomma certe volte si direbbe che dovendo scegliere tra Charles Bronson e Gustave Flaubert getteresti dalla torre quest’ultimo senza pensarci un attimo. In fondo la paralisi nevrotica in cui Kafka viveva gli ha consentito di cogliere la condizione umana in un modo assai più efficace dei tuoi Junger o Nizan del piffero».

«Be’ allora pensa al coraggio di Primo Levi». E anche qui ci troviamo decisamente in disaccordo. Se c’è una cosa che mi tocca della tragedia di Levi è che lui non se l’è andata a cercare. Ce l’hanno trascinato…

Lascio casa Saviano con il senso di vacuità (certo incongruo) di chi abbandona un uomo solo. Il destino è sempre determinato dalle tue scelte, mai dal caso. Parola di Jean-Paul Sartre. Le scale, l’ascensore, l’androne dell’elegante stabile ottocentesco parlano con gli odori e le luci del Natale incipiente. È tardi e fa un freddo orribile. L’eco dei miei passi mi percuote i timpani. L’idea di uscire da quel portone per un attimo (un secondo appena) mi fa rabbrividire. Non ha senso vivere così.

Alessandro Piperno---Corriere della Sera

lunedì 29 dicembre 2008

Arbasino stronca La Dolce Vita

«Flaiano conosceva meglio di tutti l'ambiente intellettuale di Roma... Ma da dove sono venuti quegli intellettuali che ne "La dolce vita" dicono quelle stupidaggini tremende?».
Lui, in via Veneto, era di casa e apparteneva alla compagnia di giro notturna che ben prima del film di Fellini si spostava nel triangolo compreso tra Rosati, il Café de Paris e Doney.
Arbasino attacca:«Flaiano sapeva benissimo cosa fosse il salotto Bellonci, chi frequentava la casa di Emilio e Leonetta Cecchi. C'erano signore intellettuali, Paola Masino, i coniugi Graziadei, i D'Avack, tutt'altro tipo di intellettuali rispetto al film, cioè grandi avvocati e signore laureate... Non corrispondono a quei personaggi così ridicoli, nella loro tragicità».
Arbasino torna ai tempi più belli: «Io andavo al "Mondo" poi a mangiare in una trattoria di via Frattina che non c'è più o da "Cesaretto" in via della Croce. Poi al cinema, o al teatro. Infine di nuovo a mangiare. Si finiva a via Veneto... orari spagnoli». E qui il primo affondo: «Il film ha segnato la fine della vera dolce vita, che non si chiamava così perché il titolo è di Flaiano. Dopo il film arrivarono frotte di turisti, e addio. Una vera tragedia. Lì nacque un'altra battuta di Flaiano: "Vedi, quelli? Credono di essere noi"». Ma non finisce qui. Arbasino tira un sospiro di sollievo: «C'è stata vera saggezza. Perché nessuno di noi veri avventori della dolce vita partecipò al film. Fellini era un amico, veniva a sedersi spesso ai nostri tavoli, conosceva tutti benissimo, arrivava in compagnia di Guidarino Guidi. Al tempo delle riprese ci chiese spesso di partecipare interpretando noi stessi. Una sera ci invitò a vedere via Veneto ricostruita a Cinecittà da Piero Gherardi». Qui il giudizio di Arbasino è positivo: «Era tutto molto accurato, un Doney perfetto con un po' di Excelsior dietro... Visto che avevamo approvato tutto, Federico tornò all'attacco: "non prendereste parte a qualche ripresa, così..." E noi tutti insieme "no, no, no". Guidarino Guidi insisteva molto. E saggiamente rimanemmo fuori. Era facile prevedere che in seguito si sarebbe stati "sbertulati". Un termine dell'epoca per dire "presi in giro" ».
Il più bel ricordo legato al film, secondo Arbasino, è la prima proiezione di prova: «Una copia di montaggio non ancora doppiata, ogni attore parlava nella sua lingua, sul sottofondo c'era la voce di Fellini che dava indicazioni, invece della musica di Nino Rota c'era in modo ossessivo L'opera da tre soldi di Kurt Weill che aiutava a fare atmosfera durante le riprese. Affascinantissimo ».

Liberamente tratto da un articolo di P.Conti su Corriere della Sera-----------------

sabato 27 dicembre 2008

Scegliere dove vivere non è mai stato così importante

Il premio Pulitzer Thomas Friedman immaginava un mondo dove Internet e lo tsunami della globalizzazione avrebbero azzerato barriere e distanze. E reso insignificante la scelta del dove abitare.
Il sociologo Richard Florida rimette la città al centro e sostiene la tesi opposta: “the world is spiky”, cioè è come un istrice pieno di aculei, dove le metropoli in crescita che attirano la classe creativa, generano denaro e innovazione, si contrappongono alle ampie zone praticamente deserte.

Perché il ritorno alle città? «Ci sono varie ragioni», dice Saskia Sassen, docente di Sociologia alla Columbia University e autrice di Una sociologia della globalizzazione (Einaudi) e Territorio, autorità e diritti (Bruno Mondadori). «La prima è che i giovani preferiscono i grandi centri abitati rispetto a quelli piccoli e alle periferie, e i nuovi settori di crescita economica generano una domanda di persone giovani altamente qualificate. La seconda ragione ha più a che fare con una trasformazione strutturale: la nostra economia di servizi richiede lavori che devono essere svolti in aree urbane, ovvero piccole città per quelli di routine, e città globali per quelli più complessi».

L’economia globale è trainata da 40 megaregioni (grandi agglomerati come la Greater London o New York) dove il 20% della popolazione mondiale produce due terzi della ricchezza. Sono queste megaregioni che comandano le migrazioni.

Cosa rende una città più attraente di altre? «Le città più desiderabili conciliano tendenze opposte. Caos e ordine. Da una parte devono essere molto stimolanti da un punto di vista creativo, innovativo, dall’altra devono offrire calma, pace e una sensazione di rifugio». In queste città si forma un circolo virtuoso: gli individui producono idee che generano la nascita di società e quindi capitale. Sempre secondo Charles Landry, Monaco, Dublino, Helsinki e Amsterdam rispondono a entrambi i requisiti, così come Barcellona e Copenhagen.«L’Italia è un Paese frustrante», dice Landry, «perché sebbene le persone siano creative e adattabili non c’è una leadership, a tutti i livelli, che possa trasformare questa creatività in realtà, cioè in risposta a problemi di tutti i giorni come il crimine o la questione ambientale».

Ma le città non attraggono solo l’élite, la classe creativa, professionisti che conducono vite privilegiate e non hanno nessun problema a integrarsi.

La migrazione di massa deve essere governata non solo dal governo, ma da un’altra serie di attori tra cui clero, gruppi civili e forze economiche. E la tolleranza è fondamentale per il successo della città. «Ad Amsterdam le diverse culture contribuiscono al livello di follia creativa, qualità che dovrebbe offrire ogni città interessante. Madrid e Belfast hanno ottimi programmi di integrazione. Ma altre volte gli immigrati vivono in mondi paralleli che escludono gli altri», dice Landry. Le città non sono solo fonte di opportunità ma anche di rischio.
Le città hanno perso la capacità di controllare i conflitti tramite commercio e attività civica, e quelle più importanti stanno diventando avamposti di guerra».

Liberamente tratto da un articolo su La Repubblica delle Donne--------------------------------------------------------------------------------

venerdì 26 dicembre 2008

Post Natale

Natale è passato, oggi sembra già il tempo di attendere il prossimo.
Il silenzio della neve che scende non si è fatto sentire, le canzoni tipiche non hanno rumoreggiato per le vie della Faleriense, però il parroco ha offerto qualcosa di caldo dopo la messa di mezzanotte.
Lavorare a Natale è assolutamente destabilizzante: non ti abbuffi perchè poi non puoi stare abbioccato dalla digestione, sfugggi al make e remake continuo del versare zucchero a velo e masticare panettone mentre giochi a carte o comunque eviti di poltrire proprio mentre la lasagna viene sapientemente sminuzzata dagli enzimi.
Ho lavorato anche oggi. Un pasto modesto in compagnia, i parenti salutati per telefono e i panni da ritirare dopo che hanno passato l'intero pomeriggio all'addiaccio.
Quest'anno è veramente molto diverso da tutti gli altri anni, mai lo avrei immaginato. Ed è solo l'inizio!

martedì 23 dicembre 2008

Auguri personalissimi

Ogni anno ci arriva un Dicembre diverso, più o meno caldo, più o meno povero, quest'anno ci mancava anche la crisi ufficializzata (perché è un pezzo che c'è crisi!), ma a Natale si sente sempre un calore speciale.
A me il Natale piace... e magari fossero tutti più buoni!
Andare o no a messa, andarci il giorno della vigilia o attendere la mattina del 25, dopo aver digerito il cenone stipato nello stomaco ( e che poi si adagia ben bene sulla panza!), aprire i regali con o aprire i regali senza, prima o dopo, a casa mia o casa tua, con i miei o con i tuoi...ma tu l'hai fatto l'albero? e il presepe?
Io ho fatto tutto. La sera mi butto sul divano e mi incanto a guardare le lucine dell'albero(due giorni fa mi sono anche accorta che facevano un movimento di cui ero ignara) e poi, ogni tanto, mi chiedo ma quante diavolo di luci nel mondo saranno accese per adornare gli alberi? Tante luci tanta energia...giuro che lo penso solo ogni tanto. Però a me piace il Natale.
E poi il presepe. Non è che l'ho fatto, quest'anno sarebbe stato troppo complicato. Diciamo che ne ho alcuni, piccolini, sparsi un pò per casa. Giuseppe, Maria, Gesù, il Bue e l'Asinello (la lettera maiuscola se la meritano tutta, è una vita che son loro!)...quella sì che era una famiglia.
Gli auguri.Quanti ne arrivano, quanti se ne fanno. I negozianti sembrano volermi un gran bene, elargiscono buon Natale al pari dei buongiorno o buonasera. Stamane ne ho sentito uno che addirittura aggiungeva "quest'anno ci vuole proprio".
Dicevamo, gli auguri.Io auguro a tutti quelli che conosco, e che non conosco, ai colleghi, ai vicini, ai ragazzi dell'associazione, a quelli che incontro quando passeggio sul lungomare, al mio fornaio di fiducia, ai miei librai di fiducia, al Mercatino Simpatia (la COAL di fiducia), al postino, ai giornalisti, alla merceria di fiducia (ottima spacciatrice di calze), ai musicisti, ai cantanti, agli artisti vari ed avariati, al farmacista che fortunatamente frequento poco, agli amici e alle amiche, al parroco, ai vigili urbani, al presidente della Repubblica (perchè l'Italia è una Repubblica, pure fondata sul lavoro), e poi... a tutti, su, a tutti quelli che leggono, auguro Serenità...che dopo la Salute penso sia l'unica cosa necessaria a vivere bene.

venerdì 19 dicembre 2008

Neve...ancora

Il giovane contemplò il disegno davanti a sè, poi guardò la donna e capì che si trattava dello stesso sogno, avverato in quel poco di realtà rimasta in sospeso intorno a lui.
"Vi aspettavo da tempo," disse.
La giovane posò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi.
"Sapevo che avresti atteso ancora."

Neve, Maxence Fermine



Il giusto tempo.

domenica 14 dicembre 2008

Cinema in video

Nightmare before Christmas, film d'animazione ideato da Tim Burton ( lo stesso di La sposa cadavere).

Se avete la curiosità necessaria a scendere lungo il blog, potrete vedere con i vostri occhi di cosa parlo, semplicemente visionando la sezione Cinema in video.

Ascoltando, nemmeno troppo attentamente, potrete riconoscere la voce di Renato Zero (sorcini!).Quest'anno è uscito un album titolato Nightmare Revisited dove molti artisti rivisitano le canzoni della colonna sonora del film uscito nel 1993.
Bisogna dire che già nel 2006 uscì un doppio cd con le musiche originali e alcune cover.

Addirittura i Blink-182 cantano una strofa che si riferisce ai protagonisti-animati del film: "We can live like Jack and Sally if you want/where you can always find me/we'll have Halloween on Christmas/and in the night we'll wish this never ends".

sabato 13 dicembre 2008

Neve

Agli occhi di Soseki, neve sembrava al tempo stesso poesia, pittura, calligrafia, danza e musica. Era neve e rappresentava tutta la bellezza dell'arte.

Neve,Maxence Fermine

Buone Feste

venerdì 12 dicembre 2008

La mia prima censura

Seratina tranquilla?! ha subito censura.
E' la prima volta che vengo censurata!

Dopo varie critiche da chi si dichiarava amico e dopo che le donzelle in foto hanno creduto ai giudizi arrivati...beh, ho dovuto togliere le foto.
...a me piacevano!...ok ok...non erano belle, anzi, piuttosto bruttarelle...però simpatiche!no?

mercoledì 10 dicembre 2008

Social card

Tremonti: «Costerà a regime 450 milioni di euro. Verrà ricaricata ogni mese con 40 euro».

A CHI SPETTA - «La social card spetta ai cittadini ultrasessantacinquenni e alle famiglie con figli piccoli (fino a tre anni) che abbiano un reddito Isee (indicatore della situazione economica equivalente) fino a 6.000 euro. Per chi ha più di 70 anni la soglia di reddito isee che dá accesso alla carta acquisti è fino a 8.000 euro. Nel caso di più figli sotto i tre anni gli accrediti si sommano» ha aggiunto Tremonti.

COME FUNZIONA - La social card verra ricaricata dallo Stato ogni mese per un importo di 40 euro più gli sconti delle catene commerciali convenzionate. Chi la riceverà entro il 31 dicembre avrà già un credito di 120 euro per i mesi di ottobre, novembre e dicembre.
Non capisco perchè le persone vanno e vengono dalla mia vita senza che io sia d'accordo
A.C

martedì 9 dicembre 2008

L'uomo che piantava gli alberi



L’uomo che piantava gli alberi
Un pastore solitario e tranquillo della Provenza pianta alberi e nel corso degli anni riesce a trasformare una regione arida e desolata in una vera e propria foresta. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare. Dal PREMIO CIAK SI LEGGE - Grinzane Cinema 2004 e dall’omonima trasmissione che ha lanciato i booktrailers in Italia, una selezione dei video partecipanti. Liberamente tratto da “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono. Abilmente prodotto da Stefano Caprioli, Eva Volpato, Daniele Bruni.

lunedì 8 dicembre 2008

Seratina tranquilla...?!

Eppure avevamo solo fatto un giro al centro commerciale in esplorazione per i futuri acquisti natalizi e una breve sosta in libreria a sbirciare tra gli scaffali...dimenticavo, eravamo passate anche da Maga Cacao, il nostro spacciatore di dolci di fiducia.

Minestrina come le migliori signore anziane, partitella a Domino e a Saltinmente e poi...i dolci che avevamo comprato!

Il risultato è proprio quello che testimoniano le foto.
E la domanda sorge spontanea:-Ma perchè esporci al pubblico ludibrio?

...ma chi se ne frega!

giovedì 4 dicembre 2008

Incontri, dèjà vu e...sesso o amore?

Di incontri strani ne ho fatti, ma raramente mi è successo di vedere qualcuno e di sentire che già faceva parte della mia vita senza ricordare di averlo mai conosciuto.
E' eccezzionale...è un riconoscersi senza conoscersi.

Ieri guardavo Voyager, si parlava dei dèjà vu e mi son sentita chiamata in causa, immagino come tante altre persone.
Però quello cui mi riferisco all'inizio del post è ancora altro.
Non si tratta di rivivere una determinata situazione o di sentire di esser già stati in quel luogo, è sentire di conoscere da tempo chi si ha davanti.
Non è un gesto che fa o una frase che dice...sono gli occhi che si guardano e... si riconoscono.

Da discussioni varie su questi temi emerge comunque che si tende a definire questo fenomeno innamoramento. E' come l'aver trovato il pezzo mancante, l'altra metà della mela, il necessario e ricomporre l'unità cui si riferiscono i filosofi greci.

sexus,il separato.Ciò che è separato può aspirare legittimamente a ricongiungersi con ciò da cui è stato separato
R.Gasparrotti, Filosofia dell'Eros

Il mito dell'androgino, che trovate nel Simposio di Platone, racconta la nascita di Eros e dell'uomo. In poche righe vi dico che i progenitori degli uomini erano androgini, possedevano il maschile e il femminile. La superbia di questi fece sì che Zeus li punì dividendoli a metà. Da quel momento gli uomini saranno mossi dall'insopprimibile desiderio di ripristinare l'originaria natura.

Dimenticavo. Si potrebbe discutere anche sul rapporto sesso (sexus) e amore.
Il marchese de Sade pensa che l'amore è solo sesso e lo esprime benissimo per bocca di Madame de Saint-Ange che si rivolge ad Eugenie in Filosofia nel boudoir.
Per molte persone sarà difficile condividere questa posizione, piuttosto griderebbero stizzite che il sesso non è l'amore, questi aggiungerebbero magari che i due termini sono reciprocamente incompatibili.Nel corso della storia, la nostra, il sesso viene desacralizzato.Non serve più a riunire, ma diventa mania (mica quella divina dei filosofi!).

Per chi volesse approfondire l'argomento, consiglio di leggere Filosofia dell'Eros di Gasparrotti e il Simposio di Platone. Sono libri brevi e piacevoli.

Se avete qualche altra tesi scrivetela pure nei commenti.

mercoledì 3 dicembre 2008

Citazione

Durante la lettura qualcosa potrebbe succedere, un'influenza al contrario, che invece di ammalarci ci guarisce.
Vivian Lamarque

martedì 2 dicembre 2008

Acqua alta a P.S.Elpidio


Per chi ha letto e leggerà i commenti al post Acqua alta a Venezia.

Erosione, il mare indietreggia di qualche metro

PORTO SANT’ELPIDIO - Il mare non è tornato al livello di guardia, ma è indietreggiato di qualche metro rispetto alle ondate dello scorso fine settimana, restituendo un po’ di respiro agli esercenti pesantemente danneggiati. Ma che si farà ora, e come ci si preparerà a sicure, nuove mareggiate nel corso dell’invernata? Si sta prendendo intanto in seria considerazione la possibilità di aggiungere nuovi massi di cemento a protezione delle zone più danneggiate. Quelli inseriti fino ad oggi hanno protetto la costa per qualche giorno, poi sono in parte affondati nel terreno, o si sono inclinati in avanti, lasciando campo alle onde. Possibile che si decida di collocare un’altra fila di blocchi, sia all’altezza del Sudomagodo e Saxa Beach, sia al camping Mimose, per irrobustire la barriera. Quanto ai lavori in mare. Intorno alla metà del mese, un collaudatore valuterà i lavori di posizionamento delle scogliere. Dovrà riscontrare attraverso una relazione tecnica se siano effettivamente terminati, come sosterrebbe la ditta, o se manchi un’ulteriore fase. In ogni caso, indubbio è che si dovrà tornare a metter mano alle barriere frangiflutti. Un’opera che non sarà commissionata alla stessa impresa che ha operato in mare fino a questo momento. Si dovrà anche rivedere il progetto e capire in quali modalità intervenire per salvare i tratti di lungomare devastati nell’ultimo anno. Intanto, l’Amministrazione comunale si è attivata per chiedere lo stato di calamità naturale alla Regione Marche, se pur con modeste possibilità concrete di riuscita. La Confcommercio infine ha rinviato la cena conviviale con tutti gli stabilimenti balneari programmata per questa sera in segno di rispetto per i danni ad alcuni esercizi, esprimendo ai proprietari piena solidarietà.

Corriere Adriatico del 2.12.08 Cronaca di P.S.Elpidio

lunedì 1 dicembre 2008

Acqua alta a Venezia

Amare indistintamente tutto...non amare distintamente nulla

Mi sembra di provare amore per tutti, per tutte le cose animate e inanimate, poi mi ricredo perchè penso che amare tutto così indistintamente può voler dire il contrario, può significare non amare distintamente nulla.
D.Bregola,Lettera agli amici sulla bellezza

sabato 29 novembre 2008

La mensola di un tempo

Simboli... della bellezza

Osservo ed è come se il mondo mi stesse parlando per simboli quando invece, fino a un attimo fa, credevo si esprimesse alla lettera.
Davide Bregola, Lettera agli amici sulla bellezza

venerdì 28 novembre 2008

Sushi e sashimi (+x;+y)

Sushi e sashimi. Cultura anche questo!

Primo o terzo quadrante del piano cartesiano, mia sorella la cena di ieri se la sarebbe ricordata di sicuro!

Un quarto di secolo è un bel pò di vita che si è vissuta e andava onorata. Ho pensato che la solita cena all'agriturismo, quella che poi ti fa tornare a casa rotolando, sarebbe stata banale e il mio fegato ci aveva messo una croce grossa qualche tempo fà. Fedele a me stessa e fedele alla mia passione per l'anormale, li ho portati (mia sorella&Co.!) al ristorante giapponese.

Dopo ieri sera, mi è parso che la lista personale di M. (ma che condivide col fidanzato)dei posti in cui si può tornare se si ha fame si sia arricchita...anche se lei mangia rigorosamente con la forchetta!

La frase che ho sentito ripetersi più spesso:-Allora, la prossima volta prendo il riso che hanno preso M e P!Però anche il branzino non è male!

...il dolce, però,assolutamente Maga Cacao!...(ora è anche a P.S.Elpidio)

giovedì 27 novembre 2008

Come musica

Leggo.

Una canzone suona. Come musica. E anche lei lo avrebbe voluto dire, ma l'ha già detto chi le è accanto. Proprio quella che giorni interi le ha tenuto compagnia in quel breve tragitto. La stessa che oggi le ha riportato alla memoria il sorriso che non vede più da tanto.

martedì 25 novembre 2008

Rivedersi

Leggo.

E' freddo e c'è vento, molto vento. Scende dall'auto e gli va incontro. Un sorriso. Prima lo sente e poi lo vede.I ricci volano e lei tenta di tenerli a bada, anche un pò imbarazzata. Gli occhi marroni la osservano, lei li sente.
Due passi, poi tre e così via. Non è sabbia e non sono nemmeno ciottoli. Un bimbo che gioca, il mare che suona e la nebbia che inumidisce la scena. La luce è bianca, di quelle che fanno lacrimare gli occhi. Poche parole, molte pause, qualche risata. E tutto sembra finto.Iniziò tutto in un modo così puro e vero che ora, nonostante si possano anche toccare, ora è assolutamente irreale.

lunedì 24 novembre 2008

La favola di Amore e Psiche

Giovedì 20, mentre il Teatro delle Api ospitava Rampini, al Cicconi di Sant'Elpidio a Mare c'era lo spettacolo teatrale La favola di Amore e Psiche, con Andrè De la Roche e Beppe Barra.

Bello!Non me lo aspettavo così, il libro l'ho letto mille volte e sono andata sempre di fantasia nell'immaginare le scene. Poi ti vedi lì chi apre bocca per dar voce al narratore, a Psiche, alle sorelle,...e corpo ed ali ad Amore.

Canti e balli hanno arricchito lo spettacolo che è stato veramente spettacolare (gioco di parole necessario).
De la Roche sfoggia un talento e una professionalità impressionanti. Barra è stato coinvolgente e Psiche, mi sfugge il nome dell'attrice, è stata veramente brava a trattenersi alle battute di Barra.

Stile napoletano,io lo definisco così. Allegro.

Dalla finestra

sabato 22 novembre 2008

Come scrivo

Mezzanotte zero zero. Non è una nuova marca di farina,è semplicemente mezzanotte.

Un modo poetico di scrivere, un modo di rendere qualcosa di semplice, e forse banale,davvero piacevole.
Non esce fuori sempre, non sempre si traduce in parole. Il bello è che quando mi prende...mi prende.

Me lo diceva l'insegnante di lettere alle superiori e a me piaceva un sacco.

Ehi bella, la modestia dove la mettiamo?!Va bene, faccio ammenda.
Come scrivo lo leggete e sapete voi com'è. Io posso solo far notare, ai ciechi che non se ne sono ancora accorti, che faccio una miriade di errori di ortografia...però la calligafria è impeccabile!!!


Il virgolettato è per le parole che escono da altre bocche.

lunedì 17 novembre 2008

Letteratura: ancora Kundera

Chantal tiene disperatamente al suo presente, e per nessuna ragione al mondo lo scambierebbe con il passato o con il futuro.E' per questo che non le piacciono i sogni: perchè impongono una inaccettabile uguaglianza tra le diverse epoche di una stessa vita, una contemporaneità che appiattisce tutto quanto uno ha vissuto;i sogni svalutano il presente negandogli la sua posizione privilegiata.

domenica 16 novembre 2008

Cena cinese...


Sono le sei e mi sono alzata. Dalle fessure delle persiane entra già un pò di luce.
Silenzio, se non fosse per il ticchettio della sveglia e qualche cinguettio ogni tanto.
Il corridoio è buio. Un'occhiata verso la porta d'ingresso, giusto per non sentirsi sorpresi dovesse esser entrato qualcuno, ma a fatica metto a fuoco...gli occhiali!
L'istinto da pipistrello mi permette di non beccare in faccia la porta del bagno .
Mi lavo il viso, mi incrocio sullo specchio e mi metto quasi paura...non potevi dormire un pò di più?!
Niente,torno sui miei passi...all'andata non avevo tamponato nessun ostacolo e magari riesco a rimettermi a letto indenne.
Eccolo, il tepore delle lenzuola. Mi perdo un attimo fra i pensieri, ricordo qualcosa del passato e pian piano il sonno è tornato.

Ore 10.38 Buongiorno miss!

Ieri sera ho cenato cinese.

sabato 15 novembre 2008

L'amica di sempre


comunque non ho nessun problema per le foto figurati...


Si è data la zappa sui piedi!
Alessia, l'amica di sempre.

venerdì 14 novembre 2008

La pasticciona



Sono sempre stata per la sostanza, chi mi conosce lo sa, ma devo dire che a volte la forma è necessaria.

Basta pensare a quando si parla, una parola come CIAO può esprimere una miriade di emozioni solo per il tono in cui si pronuncia o per i gesti che l'accompagnano.
...ammazza, non potevo dire cosa più banale!Vabbè, lasciamo perdere.

Sta di fatto che stamane la cuoca pasticciona e l'aiuto cuoca (pasticciona pure lei) si son date da fare. Una mette la sostanza e l'altra la forma.
Il risultato formale è quello che vedete, per quello sostanziale dovete invece avere la fortuna di essere invitati a casa mia...-aggiungerei pure- modestamente!

lunedì 10 novembre 2008

Piccole soddisfazioni



Piccole soddisfazioni.
Poteva sicuramente andar meglio, noi dell'associazione lo soppiamo, però serve per imparare a far meglio e chi si da per vinto è perduto.

Vi invito a fare un salto in www.attivamentepse.it e capirete a cosa mi riferisco.
Il giornalismo dei giovani, promosso da un'associazione giovane.

giovedì 6 novembre 2008

Bianco, rosso, blu...e nero!

E' vero che vado sempre di corsa, ma a volte proprio stando fermi si fanno o comunque si scoprono le cose migliori.
Giusto mezzora di tempo per stendersi e riposare, mi ero imposta di non accendere il pc, ma ho acceso la tv!Ero ad occhi chiusi ed ho sentito:-Ce l'ha fatta!

Apro subito gli occhi per sincerarmi di quanto pensavo si volesse intendere e vedo l'immagine di quella famiglia: lui che tiene per mano la bimba più piccola e lei che stringe la mano della bimba più grande. Tutto nero...tutti neri!

Obama ce l'ha fatta!

Spiccava il rosso del vestito di una delle figlie e quello acceso del vestito "macchiato" della moglie. Spiccava anche il bianco, quello dei sorrisi!

Bene così, richiudo gli occhi e tengo a mente quell'immagine di braccia che salutavano e che non potevano che esprimere gioia.

Ceno, faccio due chiacchiere con l'amica che non vedevo da tempo (le avrei fatte anche con l'amico che non vedevo da tempo, ma il calcio lo ha chiamato!),e poi si cede all'angolo divano. Lo stesso rosso del vestito di Michelle (first lady) lo ritrovo nei tavoli del mio salottino...accendo il pc e leggo alcune delle testate più importanti.

-Ma vi rendete conto ( ho usato il plurale perchè nel frattempo si è aggiunta l'altra padrona di casa)che possiamo ricordare il primo presidente del'America di colore?

A Black man in the White House! Questa è storia.

martedì 4 novembre 2008

Psiche...e la favola con Amore

Leggendo in internet mi imbatto in questo e lo copio.

Psiche è una creatura che impersona l’anima, ma un’anima ancora non evoluta, che ha bisogno di prove concrete da superare per elevarsi. Deve, insomma, confrontarsi con la realtà per crescere.
Psiche, rimasta sola, deve, dunque, crescere. Lo fa discendendo negli inferi, spogliando i buoi del Sole, separando i semi e rubando l’unguento. Psiche usa la ragione e la furbizia, separa le parti buone da quelle cattive. Si muove all’interno di questo progetto con momenti di disperazione ma anche con l’aiuto degli dei per darsi la propria identità.
L’Anima da sola non ha identità. Solo il confronto con la realtà (le prove) la fa evolvere.
E allora si possono unire le componenti di Eros con quelle dell’Anima, generando Voluttà, la figlia simbolica.

lunedì 3 novembre 2008

Lo spazio e le invasioni


Lo spazio esiste e penso che esista per essere invaso, o comunque occupato.
Invadere dà un pò di violenza, lo so, ma capita e non sempre dispiace. Magari occupare prepotentemente serve ad affermarsi, lo sanno gli animali che lottano per dominare i territori e lo sappiamo noi che di storie di invasioni ne abbiamo studiate a scuola e continuiamo a sentirne parlare leggendo il giornale, ascoltando la radio, la tv o navigando le pagine di internet.
Ogni giorno ci sono invasioni.

Anche nello sport si invade il campo. Ricordo che ai tempi delle superiori, durante la lezione di educazione fisica, nel mentre della partitella a pallavolo, c'erano molte invasioni di campo. Una mano che va un pò più in là e che magari permette di prendere punto, se l'arbitro non si accorge.
Invasione quando si fanno domande personali, invasione quando il mondo del lavoro si mischia con quello familiare, invasione quando la propria vita invade quella altrui...invasioni tutte.

E a volte si spera invece di essere invasi, si desidera di essere coinvolti, tirati dentro al turbine e non mollati più. A volte. Non è mica scontato trovare l'intimità giusta a confidarsi!Ma questa è un'altra storia di invasioni.

C'è invece chi occupa spazio, lo attraversa e lo fa in punta di piedi. Nessuno, o quasi, se ne accorge. Col passo felpato, adagio, entra, staziona e poi va via.
Una comparsa, un istante, un.

Un: articolo indeterminativo, maschile, singolare.


Potrei [...] definire come tempo e non come spazio quel vuoto che mi è parso di riconoscere nell'attraversarlo.
(Italo Calvino)

domenica 2 novembre 2008

Letteratura: Kundera

E immagina che un giorno le accada di eprdere in quello stesso modo Jean-Marc. Di non saperne più nulla, di non poter fare altro che immaginare. Non avrebbe neanche la possibilità di uccidersi, perchè il suicidio sarebbe un tradimento, il rifiuto dell'attesa, la rinuncia alla sopportazione.

sabato 1 novembre 2008

L'amore secondo Licalzi

Intervista del6 GIUGNO 2005 a Lorenzo Licalzi di Francesca Baroncelli

"Che cosa ti aspetti da me?" è il nuovo libro dell'autore genovese. Quando la vita è rivoluzionata dai sentimenti. Struggente e ironico

"Ce ne stavamo in giardino tranquilli... in silenzio e io stavo così bene, e mi chiedevo perché, mi chiedevo quale sorta di incantesimo avessi fatto su di me e non me lo riuscivo a spiegare... ora lo so cosa mi avevi fatto, non era mica un incantesimo. Era amore, o magari sì, era un incantesimo".

Che cosa ti aspetti da me? (188 pagg., 14.50 Euro, Rizzoli), il nuovo libro dell'autore genovese Lorenzo Licalzi, è un romanzo che racconta la storia di una vita. E l'arrivo, inaspettato, dell'amore. Un amore maturo, se così si può chiamare il sentimento nato tra due anziani che, costretti a vivere in una casa di riposo, attendono la fine dei propri giorni.
Le giornate di Tommaso Perez - splendido protagonista della storia - trascorrono interminabili in un ospizio romano, tra la demenza senile dei compagni e l'ipocrisia di chi fa volontariato solo per lavare la propria coscienza. Storie di ordinaria follia che si intrecciano con i ricordi di un passato che ha lasciato un segno indelebile nella vita dello scorbutico e asociale Perez: brillante fisico nucleare da giovane, lo scienziato è costretto, a causa di un ictus, a vivere su una carrozzella. Ma l'incontro con la dolce Elena, ex ballerina ormai settantenne, cambierà la sua vita.

Che cosa ti aspetti da me? mi ha fatto sorridere, ma anche riflettere e commuovere. Pungenti e ironici, i personaggi sono però sempre umanissimi e toccanti nel loro affrontare una vita che, come l'autore sembra voler sottolineare, può cambiare strada quando meno te lo aspetti.

Una descrizione così realistica della vita in una casa di riposo deriva da una conoscenza approfondita dell'argomento...«Ho fondato e diretto per anni una casa di riposo per anziani - spiega Licalzi che, oltre ad essere uno scrittore di successo è anche psicologo - ho quindi osservato gli anziani e i loro comportamenti».

Perez è un fisico, e le sue ricerche scientifiche sono descritte nel libro in modo molto puntuale: questo ti è costato molto studio?«Da tempo ho una passione smodata per la fisica, nata in seguito alla lettura di un saggio di Stephen Hawkins. Così ho approfondito le mie ricerche sulla materia, dedicandomi in particolare al funzionamento dell'Universo. Su Internet ho letto la teoria di Paul Davis - fisico teorico di fama mondiale - che riguarda la velocità della luce, e ne ho parlato nel libro in modo comprensibile a tutti».

Anche la filosofia è una tua passione?
«La fisica è molto legata alla filosofia. Il filosofo che preferisco è Schopenauer: il suo pessimismo e la sua "incazzatura" ricordano quelli di Tommaso Perez».

Nel tuo libro parli spesso di Dio: Tommaso Perez sembra non crederci, mentre Elena ha fiducia nell'esistenza dell'aldilà: tu come la pensi?«Non escludo che esista un Dio che non interviene negli affari degli uomini. Seguo quella che è una matrice orientale: non un Dio-persona, ma una presenza che si manifesta in altro modo».

Magari attraverso l'amore...«L'emotività trova molti modi per esprimersi, anche durante la vecchiaia o dopo un ictus, che riduce la capacità di provare sentimenti».

Hai paura della vecchiaia?«La trovo fastidiosa... una rottura! Con questo libro l'ho esorcizzata. Uno dei pochi vantaggi che la vecchiaia può portare è il privilegio dell'irriverenza: poter dire ciò che si pensa senza apparire maleducati».

venerdì 31 ottobre 2008

Pensieri

Non appena un uomo e una donna si trovano riuniti per effetto del karma, ricerchino l'armonia in ogni istante

domenica 26 ottobre 2008

giovedì 23 ottobre 2008

Musica:Ivano Fossati

Il sabato pomeriggio, dopo aver pranzato e cercato di rimetter in ordine la cucina, solitamente mi spalmo sul divano e controllo la posta mentre sbircio il programma televisivo di turno che la Rai offre a proposito di musica.

Sabato scorso, selezionando bene fra quello che arrivava alle orecchie, mi son trovata ad ascoltare Ivano Fossati.
Era lui quello di La mia banda suona il rock, sempre lui ha scritto I treni a vapore , Il bacio sulla bocca, La pianta del tè, La costruzione di un amore,La musica che gira intorno, Oh che sarà...

Molte delle sue canzoni sono note con la voce di altri cantanti bravissimi, come Fiorella Mannoia e Mia Martini.

E' sucito il suo nuovo disco Musica Moderna, magari vi va di ascoltarlo!

lunedì 20 ottobre 2008

Raccolta Firme per Saviano

Saviano, l'appello dei Nobel
Firma anche tu: siamo 40.000

Fo, Gorbaciov, Grass, Montalcini, Pamuk e Tutu: sei grandi del mondo della cultura, della politica e della scienza con lo scrittore minacciato dalla camorra. "La sua libertà riguarda tutti noi"

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro - Gomorra - tradotto e letto in tutto il mondo.

È minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese.

Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, Repubblica, e di tacere.

Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. È un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.

Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

DARIO FO
MIKHAIL GORBACIOV
GUNTHER GRASS
RITA LEVI MONTALCINI
ORHAN PAMUK
DESMOND TUTU


(20 ottobre 2008)

Musica:Che mediterraneo sia

A volte capita di ascoltare una canzone e di sentirsela dentro, si usa dire "fa bibrare le corde dell'anima".
Che mediterraneo sia è un disco, non solo un brano, di Eugenio Bennato.
Ricco di melodie e motivi più orecchiabili anche per l'ascoltatore che non è necessariamente l'appassionato di musica etnica.

Da non perdere nemmeno Grande Sud.

venerdì 17 ottobre 2008

Modem assonnato...hops, installato!



So che è tardi, farei bene ad andare a letto.
Ma sono qui, non mollo nemmeno dopo una giornata lunga come questa. Il lavoro nobilita...mah!

Le palpebre scendono ma non potevo non scrivere un post dopo aver finalmente installato il modem nella mia nuova casa.
Eccolo, un post scritto perlopiù con una sola mano perchè l'altra copre continuamente la bocca che sbadiglia.

Passo e chiudo.

lunedì 13 ottobre 2008

Conquista la tua sirena

Mens's Healt...Luca Argentero in copertina. Ma che ci fa qui questa rivista?
Come resto attratta dalle copertine dei libri, così mi arresto davanti alla copertina interessante di questo modesto giornale.
Sti cavoli, Argentero!
Sfoglio un pò e arrivo a pagina 044 (ma perchè ci mettono lo zero davanti?!).
I gioielli, lo stile di guida, il gelato, lo sguardo, la tecnologia...leggiamo un pò che roba è...No!Non ci credo. Peggio della fisiognomica!

-Porta gioielli colorati e vistosi?E' una persona solare, pronta ad aprirsi all'altro- dice la psicologa.
-E' la prima a ssgommare quando scatta il verde e tiene sempre la mano destra sul cambio?preparati a subire:è facile che una donna che guida così abbia uno stile di vita molto maschile e aggressivo, anche per quanto riguarda le abitudini sessuali...
Mica finisce qui!
Occhio ai gusti. Il neurologo Pinco Pallino (spero non si offenda, ma lo faccio perchè in fondo gli voglio bene)ha esaminato un campione di 720 persone, scoprendo (!)che le ragazze che amano il gelato al caffè sono tipi emozionali, cui piace flirtare e giocare con la seduzione. Se preferisce la fragola le piace passare da un uomo all'altro, mentre la golosa di vaniglia ambisce al classico macho.
Io adoro la crema, non mi dispiace bacio (da noi si chiama così) e ho una passione per il tiramisù. Sto fuori dai giochi!

E poi criticano le riviste femminili!

Meglio tornare su Argentero. Cinefilo collezzionista:gli scaffali di casa sua contano più di 1.000 pellicole.Vediamo che consiglia agli Adamo ch3e leggono il giornale.
Jerry Maguire, Guerre stellari, Karate Kid, Un mercoledì da leoni, Kramer contro Kramer, Attrazione fatale, Little Miss Sunshine.
Assolutamente soddisfacenti, nei loro generi.

mercoledì 8 ottobre 2008

Il Medioevo e lo sguardo


Quante volte ci capita di riferirci a questo periodo storico, il Medioevo appunto.
Basta pensare ai litigi fra adolescenti e genitori, vi ricordate quando dicevamo loro:-Mica siamo nel Medioevo!- oppure quando si da dell'uomo medievale a chi a parer nostro e anacronista, antico, vecchio, assolutamente non moderno.

La sapete da dove è nata la diceria che masturbarsi porta alla cecità?Nel Medioevo!
Un commentatore tunisino di un trattato sulla sessualità del XVI secolo preserva la salute maschile, in particolare quella visuale, moderando le gioie dell'amore.Poi lì è stato un pò generalizzato: l'usare con femmina esaurisce il corpo, provoca la calvizie, rende malvagio il colore e debilita il vedere.

In alcuni periodi del Medioevo, però, il senso della vista è stato sublimato, era il medium tra questo mondo e Dio. La visio di quelle donne che diventeranno poi sante, come Caterina da Siena, forniva al popolo una guida. Le visioni di Ildegarda di Bingen erano giudicate profetiche.

E' anche vero, che quel valore educativo delle visioni, portò a morte le stesse donne che le avevano. Ricordate Giovanna d'Arco? La donna , da mentore, diventa strega. La Chiesa voleva la sua parte!

Sempre nel periodo storico dell'Eta di Mezzo, nello specifico nel contesto delle corti, lo sguardo era l'unico contatto fra gli innamorati. Le madri inseganvano alle figlie a controllare il proprio sguardo perchè altrimenti avrebbero obbligato al corteggiamento l'uomo che lo avrebbe incrociato.
Lo sguardo costituisce la base dell'eseprienza sentimentale e la fonte della comunicazione umana.

Gli sguardi si incrociano e ci si innamora, come successe a Paolo e Francesca e a Tristano e Isotta.
La fanciulla desidera l'uomo ma distoglie lo sguardo, il pudore desidera l'amore ma non lo rivela...L'osserva più volte e lo guarda in segreto, i limpidi occhi s'accordano con il cuore.

L'amore non è cieco, pare vederci bene!

lunedì 6 ottobre 2008

Jazz...e la musica ti cattura

Un bel concerto, l'ho anche scritto nel sito di Attivamente, l'associazione culturale di cui faccio parte.

Mondelci, sinceramente, non lo conoscevo, i brani interpretati invece li avevo già ascoltati quasi tutti.
Morricone e Piazzolla chi non li conosce? Magari non si sa che è la loro musica, ma almeno una decina di volte nella vita, ci è capitato di imbatterci nelle loro note...anche per sbaglio,fra film e pubblicità!

Fatevi una mini ricerca, un salto su YouTube!

sabato 4 ottobre 2008

La mia connessione

Driin Driin.
-Buongiorno, è la Telecom. Signora ha fatto richiesta di attivazione di una linea telefonica all'indirizzo x?
-Sì!
-Bene, attenda un momento in linea che le dico quando potrà passare il tecnico ad attivarle la linea.(...)Lunedì 6, va bene alle 8.30?
-Va bene, sì(anche se ho da studiare una marea di roba!)!

Da Lunedì 6 avrò finalmente la mia connessione!

venerdì 3 ottobre 2008

All'occhio...e poi alla mente.

Il Papa contro la contraccezione
"Ma molti fedeli non ci seguono"


CITTA' DEL VATICANO - I metodi contraccettivi che impediscono la procreazione di figli snaturano il senso ultimo del matrimonio. Benedetto XVI, in un messaggio inviato ad un congresso sui 40 anni dell' Humanae Vitae (l'enciclica con cui Paolo VI proibì a pillola), in corso a Roma, torna con forza sul tema della vita. Ma è costretto ad ammettere che, sul tema della contraccezione, molti fedeli "trovano difficoltà" a comprendere gli insegnamenti della Chiesa cattolica.

Benedetto XVI pronuncia parole che riaffermano la supremazia dell'amore coniugale su qualsiasi altra forma d'amore. E l'amore coniugale, continua il Papa, non ha senso se non genera figli. "Escludere questa dimensione comunicativa mediante un'azione che miri ad impedire la procreazione significa negare la verità intima dell'amore sponsale, con cui si comunica il dono divino" continua il Papa.

Certo, ammette Benedetto XVI, "nel cammino della coppia possono verificarsi delle circostanze gravi che rendono prudente distanziare le nascite dei figli o addirittura sospenderle". Niente interventi esterni, però. Casomai solo "la conoscenza dei ritmi naturali della fertilità della donna" che diventa importante "per la vita dei coniugi".

"I metodi di osservazione, che permettono alla coppia di determinare i periodi di fertilità - conclude il Papa - consentono di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana, senza turbare l'integro significato della donazione sessuale".

(3 ottobre 2008)

Resoconto

Eccomi di nuovo,che periodo questo!
Novità, tante novità, ma anche tanti ricordi e rimpianti.
I treni che son partiti difficilmente tornano indietro, allora ci si può disperare o interpretare tutto come "doveva essere così". Pare faccia tutto parte di un disegno più grande, equilibri, più e meno...tutto ha un senso.

Emozioni.Questo è il tema dell'esame che sto preparando. A volte leggi nei libri quello che già sai e che magari hai dimenticato o semplicemente avevi accantonato.

Qualcuno che legge sa a cosa mi riferisco, sa quali sono i treni persi, ma conosce anche i treni che stanno passando. E' decidere di salire o di restare a veder sfilare le sagome che si intravedono dai finestrini, è questo che è difficile.

Vedremo che ci dirà il tempo. Granello dopo granello, nello stretto passaggio della clessidra.

Però non bisogna aspettare nulla, ma assaporare i momenti che ci vengono regalati e renderli belli ed utili il più possibile.

Belli e utili?Sì!

domenica 28 settembre 2008

Un concerto per La Crisalide

>>> Sabato 4 Ottobre ore 21.30 presso Teatro delle Api-P.S.Elpidio <<<

Concerto del saxofonista Federico Mondelci, accompagnato dal quintetto d'archi "Postacchini". Il ricavato sarà devoluto a La Crisalide - associazione famiglie disabili.

Biglietti: 10€, 25€, 50€, 100€.
Per acquistare i biglietti potete anche contattare me.

venerdì 26 settembre 2008

Compagnia

E arriva il freddo, allora resti a casa, ti fai un tè ( i miei sono da collezione!), indossi la felpa, accendi lo stereo e ascolti qualcosa di rilassante, oppure prendi un libro, uno fra i nuovi che hai acquistato e son lì che aspettano di esser letti o tra quelli che ti avevano fatto compagnia tempo indietro.

Già, la compagnia. Più di una volta mi è capitato di esser stata ringraziata per aver fatto compagnia, ma una soltanto mi ha colpita, perchè non ero lì, non ero stata fisicamente con la persona che mi ringraziava.

compagnìa: compagnìa ,s. f. 1 )lo stare insieme con gli altri
2)la presenza, di solito gradita, di chi (persona e, meno spesso, animale o cosa) ci sta vicino non lasciandoci soli 3)il frequentare abitualmente una o più persone 4)gruppo di persone che amano ritrovarsi e stare insieme 5)confraternita, ente, società creata per un particolare scopo: Compagnia di Gesù, l'ordine dei gesuiti
stor.: compagnia di ventura, eserciti mercenari che, agli ordini di un condottiero, combattevano al soldo di signori e sovrani (secoli XIII-XV) 6)nell'esercito italiano, unità organica (della fanteria, dei carabinieri, del genio e delle truppe ausiliarie) comandata da un capitano 7)compagnia di sbarco, reparto imbarcato su una nave da guerra per eventuali operazioni terrestri.

Avevo tenuto compagnia senza rendermene conto, dopo mesi mi è stato fatto notare. Ora, a distanza di altro tempo, vorrei essere io a ringraziare per la compagnia, ma non del tempo che fù...piuttosto di quello che è che sarà.

mercoledì 24 settembre 2008

La città perfetta


Le attività di AttivaMente, associazione culturale di cui faccio parte, sono ripartite alla grande.
c'è un bel pò di carne al fuoco, ma non posso rivelare nulla.

Intanto vi consiglio di leggere La città perfetta di Petrella e vi invito anche a lasciare qualche commento su questo ( sul libro!).

Gli attivi leggono!

martedì 23 settembre 2008

Elemosinare una connessione

Già, mi tocca elemosinare una connessione per poter aggiornare il mio blogghetto e per restare connessa al resto del mio mondo.
Ho fatto una modesta indagine su costi, promozioni e quanto altro possa rientrare nel mondo della telefonia, nonchè di internet.

Non hai una linea telefonica? Mica ci vuole tanto! Sborsi 96 euro a Telecom e questa te ne fornisce una, super accessoriata!!
Poi, ovviamente, per ringraziare il gestore gentile non puoi che regalargli 14 euro e centesimi vari al mese. O sei di quelli che prendono senza dare?

Ma aspetta, tu ci volevi pure la connessione ad internet? Beh, allora devi semplicemente, è proprio facile facile,scegliere che tipo di piano vuoi.
Sei connesso sempre, di notte, solo per qualche ora...insomma, che ci fai con questa connessione?Ci scarichi i film?...Male!E' illegale!La musica? Anche la musica, la devi comprare!

Obiezione scontata:ma perchè fino ad ora non ho pagato nulla?
Eh, ma allora sei polemico!

Comunque se poi sei riuscito a capire per cosa puoi usare internet, alla fine trovi anche un gestore bonaccione che ti rimborsa il canone Telecom.

Però, il modem ce l'hai? Tranquillo, lo puoi noleggiare, ma conviene comprarlo.

...oggi i piccioni li usano solo per omaggiare gli sposi!Sono colombe? Guarda bene, sono piccioni...costano meno!!!

sabato 20 settembre 2008

mercoledì 17 settembre 2008

Getta le tue reti / buona pesca ci sarà

Stamane mi son svegliata decisamente di buonumore, ho inizaito a canticchiare come faccio di solito quando tutto va bene, eppure negli utlimi giorni non è che stesse andando magnificamente, anzi!

C'era qualcosa di buono nell'aria e l'ho preso al volto...i venti buoni non si possono lasciar sfuggire. Ho preso coraggioe ho fatto quello che dovevo, in fondo era una delle prove che la vita ci offre per testarci. Già, la vita è un dono e bisogna meritarsela! Da poco la prendo così...

Tanto dovevo farlo, prima o poi lo avrei dovuto fare, che senso aveva rimandare?! Detto fatto.

Lo so, lo so, che non si è ancora capito di cosa sto parlando, ma l'aspetto più importante è che ora sono qui con l'energia necessaria ad affrontare questa nuova vita.

Non ricordo mica quando è stata la prima notte che ho dormito a casa, la mia, comunque è già un pò. Scatole e scatoloni, pulisci qui e pulisci lì, un bel pò da fare. E' giunto il momento di inizare a godermela, la casa intendo.

Fa strano percorrere la strada di casa di un tempo solo per metà e poi svoltare, però è così ed è meglio per tutti, tranne che per le mie tasche.

Manteniamo l'umore alto, concludo così.

Ps.sabato e domenica ci sarà la festa del vino ad Ortezzano, domenica lavoro quindi sarà sabato che mi troverò in fila per i gustosissimi arrosticini...non dimentichiamoci i cantucci e il vino cotto, tappa fissa ogni anno e poi a nanna.

www.festadelvino.net

A presto

lunedì 15 settembre 2008

Pensieri

Come aiutare gli altri a scoprire la loro saggezza, la loro bontà e il loro senso dell'umorismo? questa sfida è molto più impegnativa dell'accusare,dell'odiare e del passare all'azione.

sabato 13 settembre 2008

giovedì 11 settembre 2008

Ancora casa nuova



Secondo giorno di spese. Ieri è toccato ad igiene e pulizie, mentre oggi cvi siamo occupate della panza!E' partita l'ansia del trovare il prezzo migliore...non si può vivere così!
Tessere sconto ovunque, raccolte punti, offerte 3x2...esci con il doppio delle cose che dovevi comprare e con la metà di quello che serviva. Ce li fanno laureare per fregare le persone!!!

Spese a parte, ieri ho messo finalmente le mie lenzuola blu e la trapuntina in coordinato. I primi pezzi del mio corredo, quello cui mai avevo pensato e che ora è toccato accumulare.



...spero che presto la mia casa nuova diventi semplicemente casa mia! Sapete quando girate per casa al buio senza il rischio di fracassarvi il cranio? Oppure quando fai un incubo e devi accendere di corsa la lampada? O quando ti prende la paura che sia entrato qualcuno in casa ma presto riconosci il rumore della finestra del bagno che hai lasciato aperta. Quando puoi fare tutto questo, penso, una casa è diventata casa propria.

lunedì 8 settembre 2008

Casa nuova

Ho acceso il pc per controllare la posta, leggo comunque di sfuggita la finestra di Windows Live Today...C'eravamo tanto amati, Degan e Barale si lasciano.
Mi dispiace per loro, io quei due li vedevo proprio insieme...ma ci si incontra, scontra, sfiora senza nemmeno accorgersene e ci si allontana pure.
Comunque non ho mai capito che diavolo facessero tutto il giorno, a parte le foto per le pubblicità!

Così approfondendo l'argomento degno di nota ho scoperto che la Barale ha un blog, pure simpatico e molto frequentato.
Questa viaggia 365 giorni l'anno, vede cose meravigliose...un pò l'ho invidiata.

Barale a parte, ieri sera la prima pizzetta a casa nuova con i soliti due amiconi.
Ale e Lo hanno apprezzato tantissimo la mia, anzi la nostra saletta ( mia e di Barbara). L'arancio della parete è veramente...energizzante!
Oggi finisco di montare Billy, la libreria IKEA cui mai avrei rinunciato...vista anche la modica cifra da sborsare per appropriarsene.

I lack rossi sono stati gentilmente offerti dalla ditta Si.mo.ni.Lo e noi ringraziamo.Noi, sempre io e Barbara.

Ieri andare all'IKEA è stata una missione. Habbiamo comrpoato un sacco di cose, però ci siamo dimenticate la lampada per il tavolo fra i divani e non abbiamo trovato cornici di nostro gradimento. Grazie Yuri per avreci prestato il camioncino.

Intermezzo. Oggi bisogna far scorta di antizanzare (da noi sono polli con le ali).
clack!...se non uccido lei...o lui, insomma il pollo, lei uccide me!

I ringraziamenti vanno poi alla signora Giuliana, che ha reso linda e pulita tutta la casa sporcata da mio padre, ovvero l'imbianchino tutto-fare.

Ce ne sarebbero di cose da raccontare su questa nuova casa, soprattutto perchè è stata sudata, poi man mano magari ne parlerò.

Comunque non ci siamo ancora trasferite.

Dimenticavo, ci manca il portaombrelli, se qualche altra ditta ce lo volesse regalare...grazie!

sabato 6 settembre 2008

Pensieri

Ti auguro di saper incontrare il tempo giusto, il tempo del nostro cuore e della nostra anima che vuole verità semplicità e bellezza...

venerdì 5 settembre 2008

Nascita di Venere...Botticelli


Chi mi conosce sa che adoro l'Impressionismo, chi mi conosce sa anche che ho una gran passione per il sole, per la luce e forse è proprio questo che mi predispone verso quel tipo di arte.
Io mi perdo a guardare il sole al tramonto e ogni tanto anche all'alba, poi impiego un'infinità di tempo a scattare foto che lo ritraggono o che comunque mettono in
risalto diverse impressioni al cambiar della luce. Occhi poco attenti dicono che ho una marea di doppioni!

Ma lasciamo stare l'impressionismo del tutto personale e facciamo un bel passo indietro nella linea del tempo (se poi il tempo è davvero lineare!) e fermiamoci al Quattrocento.

Occhio all'opera:Nascita di Venere, Sandro Botticelli, Galleria degli Uffizi-Firenze

Soggetto del quadro è Venere Anadiomede, generata cioè dalla schiuma del mare. Al centro del quadro spicca la bellissima figura della dea, sostenuta da una conchiglia (Botticelli voleva proprio evidenziare che fosse il mare e non un lago!).
Il nudo è molto garbato, addirittura la dea si copre le grazie. A guardar bene si notano delle linee armoniose fra gli arti: braccio piegato-gamba piegata, braccio disteso-gamba allungata.
La testa di Venere a me pare piccola rispetto al corpo, il collo poi è lungo e sottile. I capelli sono fantastici, morbidi e leggeri nonostante la corposità, accompagnano le curve appena accennate della dea.

Un'altra donna appare nella tela, gli studiosi dicono sia Flora (altra divinità femminile) che attende Venere sospinta dai venti verso terra. Flora ha in mano la veste per coprire Venere (almeno le intenzioni sembrano queste!).
Non chiedetemi dove vedo i venti, sono belli grossi!

I dettagli, il tratto leggero delle onde del mare (che decorano la tela), i capelli che fluiscono nel vento, le vesti che ondeggiano. Penso che dell'opera spicchi l'armonia, l'eleganza, la raffinatezza.

Chicca:Firenze mostrò una particolare attenzione per l'arte antica, tanto che ripropose soggetti tratti dalla mitologia. La nascita di Venere si ispira alle Metamorfosi di Ovidio.

mercoledì 3 settembre 2008

Venere riappare sempre fresca dalla schiuma

Caselli d'autostrada tutto il tempo si consuma,
ma Venere riappare sempre fresca dalla schiuma.
La foto della scuola non mi assomiglia più,
ma i miei difetti sono tutti intatti.
E ogni cicatrice è un autografo di Dio.
Nessuno potrà vivere la mia vita al posto mio!
Per quanto mi identifichi nel battito di un altro
sarà sempre attraverso questo cuore!!!
E giorno dopo giorno passeranno le stagioni,
ma resterà qualcosa in questa strada.
Non mi è concesso più di delegarti i miei casini,
mi butto dentro vada come vada.

At tu, Catulle, destinatus obdura

Miser Catulle,desinas ineptire,
et quod vides perisse perditum ducas.
Fulsere quondam candidi tibi soles,
cum ventitabas quo puella ducebat
amata nobis quantum amabitur nulla.
Ibi illa multa tum iocosa fiebant,
quae tu volebas nec puella nolebat.
Fulsere vere candidi tibi soles.
Nunc iam illa non vult; tu quoque, inpotens, noli,
nec quae fugit sectare, nec miser vive,
sed obstinata mente perfer, obdura.
Vale, puella. Iam Catullus obdurat,
nec te requiret nec rogabit invitam;
at tu dolebis, cum rogaberis nulla.
Scelesta, vae te! Quae tibi manet vita!
Quis nunc te adibit? Cui videberis bella?
Quem nunc amabis? Cuius esse diceris?
Quem basiabis? Cui labella mordebis?
.


di Catullo

Traduzione

Sventurato Catullo, smettila con questa follia,
e ciò che vedi essere morto, ritienilo morto.
Un tempo giorni splendidi hanno brillato per te,
quando te ne andavi dove la ragazza ti conduceva
amata da me quanto mai nessuna sarà amata.
Lì accadevano quelle molte cose piacevoli,
che tu desideravi, nè ella rifiutava.
Hanno brillato per te giorni davvero splendidi.
Ora lei non vuole più; dunque anche tu, che pure
non sai frenarti, non voler più.
Non inseguire colei che fugge, non vivere infelice,
ma, con mente ostinata, resisti, sii forte.
Addio, ragazza. Catullo ormai è forte,
e non ti cercherà, nè ti chiederà, se non vuoi;
ma tu starai male, quando non sarai più cercata.
Sventurata, guai a te! A chi apparirai bella?
Chi amerai, ora? Di chi si dirà che sei?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, ostinato, sii forte.

martedì 2 settembre 2008

Pensieri

La vera compassione consiste nell'amare se stessi, rispettare le proprie esigenze, i propri limiti e le proprie reali capacità

Il libro galeotto. L'amore per il verso giusto

DA quattro mesi, il castello di Wolinia era sotto la neve, e così, a perdita d'occhio, le sue terre, con le diecimila anime di servi-contadini, e le foreste. Il ballo di primavera a Kiev era lontano; nessun viaggio previsto a San Pietroburgo; insomma, tra i suoi quadri, i mobili inglesi, la ricca biblioteca e le porcellane cinesi, Evelina Hanska si annoiava. Il venerdì però arrivavano in slitta riviste e libri dall'Europa; quel nuovo scrittore, Balzac, la incuriosiva. Come aveva potuto scrivere Scene della vita privata, così sensibile sul cuore delle donne, e poi la cinica Fisiologia del matrimonio? Ne discusse con la figlia e due parenti povere; poi un giorno - era il febbraio del 1832 - scrisse una lettera a Balzac, firmandosi La Sconosciuta: "La vostra anima mi è parsa luminosa". Evelina aveva trent'anni; era una bellezza, appena pingue. Balzac la sposò qualche lustro dopo, ma, come aveva sostenuto, "una contessa ha sempre trent'anni". Scènes de la vie privée aveva trasformato la vita dell'indebitatissimo scrittore piccolo, grasso e senza denti in un aristocraticissimo romanzo a lieto fine.

Finite di leggere l'aricolo www.repubblica.it/2008/08/sezioni/spettacoli_e_cultura/libro-galeotto/libro-galeotto-due/libro-galeotto-due.html

sabato 30 agosto 2008

Pensieri

La nostra capacità di intimità si fonda sul rispetto profondo,
una presenza che consente al vero di esprimersi, di essere scoperto.
L'intimità può manifestarsi in qualsiasi istante:
è un atto di abbandono, un dono che non esclude niente.

venerdì 29 agosto 2008

Risultati sondaggio...Che tipo di letteratura preferisci?

Il 40% dei voti espressi sulle preferenze riguardanti la letteratura espime che il verismo di Verga è il più apprezzato.Il resto dei voti si è equipartito fra il nichilismo tipico della letteratura leopardiana, lo stilnovismo di Dante e la poesia del grandioso autore de Il Fanciullino, nonchè Pascoli.
Voti zero per il romanzo storico manzoniano, forse perchè a scuola ce lo rendevano assolutamente pesante.

Ma chi non ha amato Don Abbondio?

giovedì 28 agosto 2008

Splendere ogni giorno il sole

Penso di aver trovato...splendere ogni giorno il sole.
So che la grammatica non è corretta, ma ho veramente trovato e veramente ogni giorno il sole è sorto timido ed ha raggiunto lo zenit senza accaldare, ma con la luce più luce che ci fosse.

Ho vissuto la tranquillità, sono riuscita a chiudere gli occhi con la serenità nel cuore. Era tutto fantasticamente bello. Era la vita. Ci si accorge di aver avuto tutto lì a portata di mano e di non aver ceduto al timore di perderlo.

Ho sentito il tepore dell'abbraccio che la vita mi ha dato e che mi ha trasportata inesorabile ed io, pur volendo, non riuscivo a sfuggirle. Ero stata presa dall'amore.

Sì, da quell'amore lì, lo stesso che pensavo non esistesse. Quell'amore che avevo incartato bene in un foglio grezzo e riposto in fondo al cassetto della fantasia.
Non ci pensavo più, non ci credevo più.

Poi un imprevisto. Sai quando sogni e poi ti svegli per il trillo della sveglia, mentre cerchi disperatamente di protrarre quel sogno che disegnava un sorriso sul tuo volto?Lo sai?E' stato così, ma ho cercato di isolare il trillo e di continuare a sognare anche con i piedi a terra e stirando le braccia.

Non è un sogno anche se lo sembra. E' la vita, la mia.

martedì 26 agosto 2008

Quattro nani tutti nuovi...a spasso nelle campagne toscane



Una delle vacanze più belle della mia vita. Così breve quanto intensa di emozioni.
Quattro, ben assortiti e assolutamente desiderosi di godere di quella che si presumeva una vacanza soprattutto enogastronomica. Adorabile il nostro pilota, nonchè cuoco, esilarante la psicologa affamata, rompiscatole e puntigliosa la sottoscritta e spontaneamente comica tanto quanto malinconica l'amica di sempre.

Relax, tanto relax. Senza fretta, rispettando soltanto i nostri tempi.
Abbiamo riso come matti, bevuto vini fra i più buoni al mondo, ci siamo persi fra le costellazioni, abbiamo goduto di spettacoli naturali unici e ci siamo coccolati come non mai.
Il bello si può trovare in tutto e spesso coincide col buono.


Non dico altro, sappiamo noi quello che è stato e scriverlo sciuperebbe le emozioni che si provano ricordando.Voglio però consigliarvi una vacanzina a Montepulciano, in agriturismo, basta seguire la Via della Stella.

Invito i miei amici Lungolo, Famolo e Fifolo a lasciare un commento.



Code Message
...va bene,la contessa ammette di esser stata Rompolo per quattro giorni.Ma tanto contessa resto!!!

lunedì 25 agosto 2008

Romanticismo

Col Romanticismo si osa esplorare l'irrazionale: i sentimenti, le passioni, gli stati psichici.
Due grandi temi della letteratura del tempo sono il sogno e la follia, due canali che consentono all'Io di entrare in contatto con l'indicibile, l'ignoto, il mistero. La creazione artistica viene detta furor, delirio, la follia, i queli rappresentano oer il poeta, ma per gli artisti in generale, uno stato di grazia.
Si diffonde il soggettivismo, la tendenza a considerare tutto ciò che è fuori dall'uomo, la natura, leggibile attraverso diverse chiavi, interpretabile. Il mondo è una creazione dell'Io, si può fare e disfare a proprio piacimento. Tutto questo porta all'insofferenza per qualsiasi tipo di limite, si manifersta una sorta di ansia mistica di superare le barriere del reale, si tende all'infinito.
Si vuole esplorare la dimensione soprannaturale, si ricorre alle scienze occulte, all'esoterismo, alla magia, all'alchimia. Nasce l'immagine del signore del male, del regno delle tenebre. Esiste un filone romantico "nero" , il quale crea scene orrorose con spettri e demoni.
Spesso però il misticismo non trova meta, resta inappagato e si sviluppa lo stato d'animo definito sehnsucht, desiderio del desiderio.Tale inquietudine spinge l'uomo oltre lo spazio e oltre il tempo per mezzo dell'immaginazione, si ha una sorta di esotismo spaziale e temporale, si vagheggia in luoghi lontani, ignoti, nell'Oriente lussurioso, in zone selvagge , nei mari del sud e poi si corre su è giù per la linea del tempo, trasferendosi con la fantasia in epoche lontane.
Una fuga verso la'ltrove, dove cercare pace e serenità, come nell'infanzia. Il mondo infantile è il paradiso perduto, dove regna l'innocenza, dove il rapporto ocn le cose è immediato, quando si è dotati di naturale poetica, di originalità.

venerdì 22 agosto 2008

Welcome to home

Sono tornata!La pasta ha fatto appena in tempo a mancarmi che ho toccato suolo italiano...ma attendo domani, mi faccio un bel piatto aglio-olio-e-peperoncino!
Ho messo i panni in lavatrice, cambiato quelli che erano ancora dentro la valigia ed ora mi preparo psicologicamente ai tre giorni nel senese.
A Londra ho visto tutto quello che di solito vedono i turisti, pure Madame Tussaud (si scrive così?), ho scarpinato in lungo e in largo, ho fatto shopping, ho mangiato, ho fotografato, ho preso l'underground, il bus e prima di attraversare la strada ho guardato a sinistra quando di solito in Italia guardo a destra.

Un breve excursus di ciò che mi ha colpito.
Si può comprare di tutto, ma costa tutto tanto.
Le nuvole londinesi sono bellissime, corpose, sembrano montagne di panna.
Il silenzio dei parchi rotto solo dal chiacchierare degli uccelli e del fruscio delle fronde degli alberi.
Il sole che quando esce scotta.
Gli odori delle diverse cucine: cinese, pakistana, giapponese, indiana, italiana, libanese...
Le scale strette e ripidissime dell'albergo, lo spiffero della finestra dell'albergo, il portiere rimbambito dell'albergo, l'odore forte dei fagioli cucinati a colazione dalla cuoca dell'albergo...insomma, l'albergo!
Quel matto di cantastorie di Camden market venditore di monili di giada...e che a me ha fatto uno strasconto!
Le cianfrusaglie di Portobello road e le case colorate dei paraggi.
Sempre i colori, ma dei portoni.
Gli occhi neri di tutti gli indiani incontrati, contornati da ciglia lunghissime .
I ragazzi di colore che sfoggiavano dei sorrisi bianchissimi.
Il bambino che mangiava il gelato gocciolante da Piazza.
Gli artisti di strada, in particolare quello che assumeva pose sexy allo scattare della macchina fotografica della mia compagna di viaggio.
Salvatore del ristorante italiano vicino la fermata della metro di Earl's Court.
Gli scoiattoli dei parchi...mi sono innamorata di St.James Park.
Le sdraio all'Hyde Park.
Il profumo del roseto in onore alla regina madre.
Mind Gap!
La stecca di legno, lunga e stretta , utilizzata per mescolare le bevande.
Il collirio azzurro che non mi ispirava fiducia.


...poi magari aggiungerò altro.
See you soon

mercoledì 20 agosto 2008

La meraviglia

Nacque (…)un uomo dotato da natura d’uno ingegno perspicacissimo e d’una curiosità straordinaria; e per trastullo allevandosi diversi ugelli, gustava molto del lor canto, e con grandissima meraviglia andava osservando con che bell’artificio (…) loro formavano canti.
(…)domandato come si generavano i suoni, generosamente rispondeva di sapere alcuni modi, ma che teneva fermo potervene essere cento altri incogniti ed inopinabili.
Io potrei con altri essempi spiegar la ricchezza della natura nel produr suoi effetti con maniere in escogitabili da noi, quando il senso e l’esperienza non lo ci mostrasse.

Tratto da Il Saggiatore di Galileo Galilei

domenica 17 agosto 2008

Sì viaggiare, evitando le buche più dure...

dolcemente viaggiare
rallentare per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.


Io prendo l'aereo e le buche le evito di sicuro, spero di schivare anche i famosi vuoti per cui i produttori di Travelgum hanno fatto un pacco di soldi. Io compro il generico e poi lo tengo semplicmente in borsa, senza metterlo in bocca.Il pensiero di averlo mi fa già star bene!

L'impresa valigia è iniziata, ora mi sono ritagliata il tempo per riposare.Vai a capire che diavolo di tempo può fare a Londra. maniche lunghe, maniche corte, scarpe o sandali,giubbetto sì giubbetto no...e non esagerare, ma tieni presente che il concetto di esagerazione fra uomini e donne è diverso.Quello della compagnia aerea che uso io, quello che ha deciso il limite del peso della valigia, è uomo o donna?!

Torno il 26, aspettatemi.

I dolori del giovane Werther

Come sono contento di essermene andato via! Dimmi un po' tu, amico caro, se non è strano il cuore dell'uomo. Lasciare te, che mi sei tanto caro, da cui non potevo separarmi un momento, e rallegrarmene. Mi perdoni, vero? E quegli altri legami! il destino non è forse andato a cercarseli proprio per mettere scompiglio nel mio cuore? Prendi Eleonora, poveretta. Eppure non ne avevo nessuna colpa. Che cosa potevo farci io se lei, mentre mi lasciavo imbambolare dalle grazie smorfiosette di sua sorella, andava covando una passione nel suo povero cuore? Però, a ben pensarci, sono innocente proprio del tutto? Non ho dato più di un'esca ai suoi sentimenti? Non mi sono, in fondo, fin troppo deliziato di fronte a quelle espressioni così ingenue e istintive che tanto spesso ci facevano ridere, quando invece non sarebbe stato affatto il caso? non ho forse... Oh, ma perché l'uomo deve sempre lamentarsi? Guarda, promesso, amico carissimo, voglio migliorarmi, sul serio; basta star lì a rimasticare quel po' di male mandatoci dal destino, come faccio di solito; voglio godermi il presente, e che il passato sia passato una volta per tutte. Certo, hai ragione tu, le sofferenze degli uomini sarebbero minori se essi - chissà Dio perché sono fatti così - non ci mettessero tutta l'alacrità della loro immaginazione per rievocare lo spettro del male passato piuttosto di rassegnarsi a un presente né carne né pesce.

Tratto da I dolori del giovane Werther di Goethe

venerdì 15 agosto 2008

Al levar del sole

Si vide il sole levare, ma le nuvole tardarono l'evento. Stanchi morti e infreddoliti, con lo stomaco protestante il buco che vi si era formato, il naso che tirava in sù per aver sofferto il freddo e la schiena cigolante.

Giunto il coraggio di fuggire da quella situazione scomoda, ma ormai familiare, le coperte si son viste piegare adagio.
Accomodati i capelli nel modo migliore si potesse fare, calzate le scarpe e ripulito il giaciglio improvvisato, ci si è incamminati verso il primo bar aperto.
Il cielo reso rosa e il mare piatto a far cazzotti col frastuono di un mattino presto troppo vivo e con qualche sciocco dito contro di ragazzi ancor più giovani e spavaldi dell'immagine che hanno.
I tacchi delle dame, le paillettes dei top serali e le parole farfugliate da bocche impastate dall'alcool usato per scaldare il cuore forse più che il corpo.
Erano anni che non vivevo la notte di ferragosto e penso che per molti altri ancora, da oggi, ne farò a meno...a meno che non capiti come stanotte, che mi accorga di aver fatto le quattro e mezza a chiacchierare e mi prenda la voglia di goder dello spettacolare levar del sole.

martedì 12 agosto 2008

La dignità dell'uomo

Già Dio(…) aveva costruito, secondo le leggi della sua arcana sapienza, questo universo. (…) ma compiuta la sua opera, l’Artefice sentiva il desiderio che ci fosse qualcunoche comprendesse la ragione, amasse la bellezza e ammirasse la grandiosità di un’opera tanto meravigliosa. Perciò (…) pensò di creare l’uomo.
Stabilì (…) che a colui, al quale non sin poteva dare nulla di proprio, fosse comune tutto quello che di particolare era stato attribuito alle altre creature. E così accolse l’uomo come opera di natura non definita, lo pose nel cuore dell’universo e così gli parlò: (…)da nessuna angusto limite costretto, determinerai da te la tua natura secondo la tua libera volontà, nel cui potere ti ho posto. (…) ti plasmi da te secondo la forma che preferisci.

Tratto dal De homini dignitate (La dignità dell’uomo) di Pico della Mirandola, operetta di fine 1400.

lunedì 11 agosto 2008

Risultati sondaggio...la frase preferita

Il sondaggio si è chiuso con i seguenti risultati:
40% dei voti se ti sfugge il motivo/ e la ragione delle cose/molto probabilmente/ c'è un motivo e una ragione che non fanno per te-Max Gazzè
30% dei voti So che è successo già/ che altri già si amarono/non è una novità/ma questo nostro amore è/come musica-Jovanotti
20% dei voti Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.-Giorgio Gaber
10% dei voti Come mi vuoi…Cosa mi dai...Dove mi porti tu?Mi piacerai...Mi capira...Sai come prendermi?-Paolo Conte

Il tempo di Kundera


L'uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di che cosa ha realmente vissuto e ne capisce il senso.

Tratto da Amori ridicoli di Milan Kundera

Olimpiadi 2008




2 ORI
3 ARGENTI
1 BRONZO

domenica 10 agosto 2008

De Gregori allo Sferisterio

Biglietto acquistato. Occorre solo attendere il 27.

Pensieri

Riflettiamo dunque su ciò che ha davvero importanza nella vita,
su ciò che le dà significato,
e fissiamo le nostre priorità di conseguenza.

sabato 9 agosto 2008

Navigare nel mare delle idee


Rimetto a posto il libro della Vreeland lasciato sulla scrivania e qualche titolo più in là ci trovo Il mare scritto.
Non me lo ricordavo, l'ho tirato fuori a fatica, ormai i libri prepotentemente occupano spazio e si sono incastrati su quella mensola.

Hélene Bamberger...ecco, ora ricordo. La Francia!
Dove l'ho comprato non mi sovviene, l'unico ricordo che ho è di averci trovato delle foto bellissime. Foto che mi ricordavano il mio viaggio in Francia. Per un motivo o per un altro, mi sento legata a quella terra e continuamente c'è qualcosa che rinnova la mia sensazione.

Ho aperto a caso, pagina 11.
Venezia a Honfleur.
E poi l'Alto mare.


Il libro è del '96, io lo avrò acquistato pochi anni fa, ma è diventato mio molto più tardi.
E' un libro illustrato, le immagini sono della fotografa Hélene Bamberger, mentre le parole sono di Marguerite Duras.

Non sapevo nemmeno chi fosse la signora Duras. Questo libro l'avrò acquistato perchè attratta dalla copertina, poi per l'amore che ho per il mare e perchè adoro la fotografia e le contaminazioni fra arti diverse. Questo libro è diventato mio ingenuamente, solo ora ho avuto la voglia, ma forse il desiderio, di saperne di più.

La signora Duras in realtà era Marguerite Donnadieu, lo pseudonimo se lo era attribuito in onore alla città in cui si trova la casa del padre. Scrittrice, sceneggiatrice, regista e chi più ne ha pù ne metta, è deceduta nel 1996 ed è stata sepolta nel cimitero di Montparnasse (Parigi).

Cinque minuti li impiego per capire meglio chi è Hélène Bambarger. Ha un sito
www.helene-bambarger.com

Le sue foto sono veramente belle.
Che altro si potrebbe mostrare se non quello che si vede?
Quel ch'è semplicemente vero e sfugge all'uomo.
M.D.