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martedì 2 settembre 2008

Il libro galeotto. L'amore per il verso giusto

DA quattro mesi, il castello di Wolinia era sotto la neve, e così, a perdita d'occhio, le sue terre, con le diecimila anime di servi-contadini, e le foreste. Il ballo di primavera a Kiev era lontano; nessun viaggio previsto a San Pietroburgo; insomma, tra i suoi quadri, i mobili inglesi, la ricca biblioteca e le porcellane cinesi, Evelina Hanska si annoiava. Il venerdì però arrivavano in slitta riviste e libri dall'Europa; quel nuovo scrittore, Balzac, la incuriosiva. Come aveva potuto scrivere Scene della vita privata, così sensibile sul cuore delle donne, e poi la cinica Fisiologia del matrimonio? Ne discusse con la figlia e due parenti povere; poi un giorno - era il febbraio del 1832 - scrisse una lettera a Balzac, firmandosi La Sconosciuta: "La vostra anima mi è parsa luminosa". Evelina aveva trent'anni; era una bellezza, appena pingue. Balzac la sposò qualche lustro dopo, ma, come aveva sostenuto, "una contessa ha sempre trent'anni". Scènes de la vie privée aveva trasformato la vita dell'indebitatissimo scrittore piccolo, grasso e senza denti in un aristocraticissimo romanzo a lieto fine.

Finite di leggere l'aricolo www.repubblica.it/2008/08/sezioni/spettacoli_e_cultura/libro-galeotto/libro-galeotto-due/libro-galeotto-due.html

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