
Tempo fa ho incontrato uno sguardo e solo poi la persona autrice di quel modo di guardare. Ne rimasi imprigionata, senza sapere nemmeno perchè. Una spinta forte, di quelle che scuotono. E da lì sono partita. Ora non torno più indietro, ho sentito l'aria entrare nei polmoni e ho iniziato a bere la vita a grandi sorsi. Mi ero spenta, ferma lì a girare attorno ad un fulcro. Libera, immensamente libera e promotrice della libertà di essere.
Somewhere over the rainbow, di Judy Garland. Una sera l'ho anche accennata al telefono, col mio tono di voce assolutamente pessimo. Volevo comunicargli qualcosa che le mie parole non potevano spiegare. Era una sensazione quella che provavo, era quello che si può esprimere solo con un sorriso, ma non poteva vedermi.
Mille volte potrei dirgli grazie, altre mille penso di averlo già detto, ma mai potrebbe bastare e dubito comunque possa capire.
Niente accade per caso...il ritornello di quella canzone mi accompagna da una vita, la canto spesso, mi fermavo ad ascoltarla nelle pubblicità che passano alla tv, ma non sapevo di chi fosse. In quel libro- "Il codice dell'anima" di Hillman- ho trovato Judy Garland.
Parlo di "quel" libro, non di "un" libro, perchè per me è un libro importante. Il libro che ha continuato a scuotere.