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venerdì 5 settembre 2008

Nascita di Venere...Botticelli


Chi mi conosce sa che adoro l'Impressionismo, chi mi conosce sa anche che ho una gran passione per il sole, per la luce e forse è proprio questo che mi predispone verso quel tipo di arte.
Io mi perdo a guardare il sole al tramonto e ogni tanto anche all'alba, poi impiego un'infinità di tempo a scattare foto che lo ritraggono o che comunque mettono in
risalto diverse impressioni al cambiar della luce. Occhi poco attenti dicono che ho una marea di doppioni!

Ma lasciamo stare l'impressionismo del tutto personale e facciamo un bel passo indietro nella linea del tempo (se poi il tempo è davvero lineare!) e fermiamoci al Quattrocento.

Occhio all'opera:Nascita di Venere, Sandro Botticelli, Galleria degli Uffizi-Firenze

Soggetto del quadro è Venere Anadiomede, generata cioè dalla schiuma del mare. Al centro del quadro spicca la bellissima figura della dea, sostenuta da una conchiglia (Botticelli voleva proprio evidenziare che fosse il mare e non un lago!).
Il nudo è molto garbato, addirittura la dea si copre le grazie. A guardar bene si notano delle linee armoniose fra gli arti: braccio piegato-gamba piegata, braccio disteso-gamba allungata.
La testa di Venere a me pare piccola rispetto al corpo, il collo poi è lungo e sottile. I capelli sono fantastici, morbidi e leggeri nonostante la corposità, accompagnano le curve appena accennate della dea.

Un'altra donna appare nella tela, gli studiosi dicono sia Flora (altra divinità femminile) che attende Venere sospinta dai venti verso terra. Flora ha in mano la veste per coprire Venere (almeno le intenzioni sembrano queste!).
Non chiedetemi dove vedo i venti, sono belli grossi!

I dettagli, il tratto leggero delle onde del mare (che decorano la tela), i capelli che fluiscono nel vento, le vesti che ondeggiano. Penso che dell'opera spicchi l'armonia, l'eleganza, la raffinatezza.

Chicca:Firenze mostrò una particolare attenzione per l'arte antica, tanto che ripropose soggetti tratti dalla mitologia. La nascita di Venere si ispira alle Metamorfosi di Ovidio.

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