@

dibeneinpeggio.blog@libero.it

sabato 2 agosto 2008

7 UOMINI D'ORO...finito!

Ho finito di leggere 7 uomini d’oro di Lorenzo Licalzi. Bello, ma scontato. Il suo stile inconfondibile sta volta si mimetizza facilmente. Gli eccessivi ( a parer mio) riferimenti alle famiglie mafiose, i dettagli riportati a spiegare gli stravaganti nomi dei boss, mi fanno ipotizzare una “gomorrite acuta” dello scrittore. Chi ha letto il libro di Roberto Saviano può essere d’accordo con me.

Vero, sicuramente, rappresenta la realtà così come molti di noi la possono vivere ed osservare. L’attenzione tipica al carattere dei personaggi permane in tutte le 191 pagine del libro, Licalzi in questo è un portento ( penso sia anche un po’ la deformazione professionale, quella dovuta alla professione dello psicologo).

La cosa che mi delude un po’ è la sfrontatezza dell’autore che emerge intitolando un capitolo “L’Aurelio Fierro che è in noi”. Mi spiego. Mentre di solito lascia libero il lettore nel ritrovarsi nei vari personaggi dei suoi libri, sta volta Licalzi è come se imponesse chi legge a scandagliare nella propria personalità, quindi a confrontarsi con i tratti del personaggio napoletano. E' anche vero che poi l'autore si fa facilemtne perdonare qundo tira fuori la pillola di saggezza che nasconde bene in ogni suo libro:
E' terribile come spesso sia la vita ad ucciderci, non la morte, come giorno dopo giorno ci faccia dimenticare i nostri sogni, e perfino di averli sognati...Perchè in fondo basterebbe questo: ricordare di aver avuto dei sogni, non è molto ma è già qualcosa, pazienza se non si riesce a realizzarli tutti, almeno non dimenticarsi di averli fatti! E però è incredibile come sempre lei, la vita, ci dia la possibilità di rinascere, se solo abbiamo il coraggio di farlo, se abbiamo il coraggio di liberare l'aurelio Fierro che è in noi.

E' proprio il caso di dire che l'occasione non solo fa l'uomo ladro, ma ricorda all'adulto i sogni fatti da ragazzo.


Un po’ troppo mellifluo il finale, a me pare molto più patetico questo libro rispetto a Che cosa ti aspetti da me?, che a leggere solo il titolo lasciava presagire una danza fra desideri, aspettative e sentimenti.

Rileggendo questo post...penso non sia giusta la definizione "pillola di saggezza", ma non riesco a trovare di meglio...magari è solo un invito, un'incitazione o un punto di vista. Insomma questo è il mio Licalzi...più che altro, di mio c'è solo l'interpretazione!

Nessun commento: