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mercoledì 30 luglio 2008

Xenofobia e paradossi...tutto made in Italy


L'attuale Governo è in carica grazie al punto sulla Sicurezza, la minoranza si trova ad essere quella perchè faceva finta che gli italiani non avessero paura degli stranieri, li stessi che troppo spesso sono protagonisti di articoli di cronaca come vandali, assassini, ladri, scippatori, violenti e tutto quello che di peggio possa essere un uomo.

Xenofobia. Hammarberg - commissario europeo per i diritti umani - accusa Maroni, nonchè l'Italia di razzismo. Il ministro italiano si appella alla mancanza di prove.

Misure d'emergenza, sono queste quelle che attualmente si hanno, come se ci fosse veramente un'emergenza. Ci si è accorti solo ora che il nostro paese è diventato poco sicuro? Sono anni che mia nonna non lascia più la chiave sulla porta di casa, nonostante per molti di più ce l'avesse tenuta senza ritrovarsi ospiti non invitati a frugare in casa.
Se si è costretti alle misure di emergenza, a me vien da pensare che una soluzione in realtà non è prevista.

Giorni fa, grazie (o per sfortuna) al mio lavoro ho avuto modo di fare esperienza di uno dei paradossi tipici italiani.
Una persona straniera che si dichiara minorenne e in stato di abbandono in territorio italiano viene accolta, curata, istruita, aiutata a spese dello Stato. Che poi lo Stato sia in questi casi l'Ente Locale (il Comune in cui il minore viene trovato) questo è un dettaglio.
Di presunti minori in Italia ne arrivano tanti, quindi tante sono le spese, così si è attuata una politica che penso rientri nell'ottica dell'emergenza: verificare se queste persone sono veramente minorenni.
Beccare una persona ad aver dichiarato il falso, tramite l'esame uxologico, significa che questa viene "invitata" a lasciare il territorio italiano, almeno dopo che il ricorso non venga accettato o dopo il periodo previsto per il ricorso (anche se il ricorso non viene fatto).
Ma come fa una persona che arriva in Italia con qualche spicciolo, dopo aver pagato il viaggio per arrivarci in milioni di vecchie lire a gente che te la racomando, a lasciare "lo stivale"?

Andarsene costa, costa il biglietto del treno, dell'aereo, della nave, dell'autobus.
Non so voi, ma io ci leggo un velato invito a delinquere. Se queste persone -non più gradite in Italia- non hanno i soldi per andarsene, se non possono cercare un lavoro in modo legale perchè non hanno il permesso di soggiorno, queste persone come fanno a salutarci dandoci le spalle? Questi restano! E restano come cani sciolti, pronti a mordere per la fame. A queste persone viene offerta su un piatto d'argento l'occasione di delinquere per vivere.

Non si potrebbe allora comunicare in questi Paesi da cui vengono gli stranieri disgraziati che l'Italia non è poi l'America? Non si potrebbe dire loro che qui non li attende nessuno a braccia aperte, piuttosto li tengono di mira col fucile. Non si potrebbe fare prima l'esame uxologico, appena arrivano, invece di attendere mesi e mesi (spese e spese di rette nelle comunità per minori)per poi riaccompagnare il Tizio a casa sua? Penso costi molto meno un biglietto solo andata, che mesi di retta, costi di carta e telefono per le comunicazioni fra la rete che si occupa del presunto minore e i costi per le procedure di routine.

E noi operatori almeno potremmo lavorare in modo profiquo, portando a termine i progetti educativi che ci troviamo a volte interrotti perchè un giudice un pò addormentato o che era spaparanzato al sole si accorge tardi che la misura del polso di un colosso alto 2 metri non può statisticamente essere quella di un sedicenne.

La polemica fa parte di me, chi mi conosce lo sa. ma di me fa parte anche la voglia di comunicare. Se il Maroni di turno si facesse due chiacchiere con chi gli stranieri li incontra tutti i giorni...magari qualcosina di meno improvvisato si potrebbe fare.

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