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sabato 21 marzo 2009

Almeno il cappello

La domenica 9 ottobre 1927 Mussolini inaugurava a
Roma la prima mostra del grano. Il giorno dopo, lunedì,
Evelindo Nasazzi, a Dervio, metteva sottoterra Animella
Carlini, quarantasei anni, la sua prima moglie.
Un funerale squallido, poca gente al corteo, ancora
meno al cimitero, celebrato in tarda mattinata sotto un
cielo di nuvole e contornato da un’atmosfera festosa.
Infatti, mentre la bara con la Carlini usciva dalla sua
casa per l’ultimo viaggio, i bambini delle scuole elementari
sciamavano dalle loro aule per recarsi presso la sala
parrocchiale dove, di lì a poco, avrebbero dovuto interpretare
un’allegoria ispirata alla battaglia del grano. Tra
il folto pubblico, oltre alle numerose autorità, il podestà
di Dervio, Amilcare Vestreni, il direttore didattico Parco
Mincia, ideatore e regista dell’allegoria, e il parroco don
Santo Patroni che festeggiava il decimo anniversario del
suo arrivo in quel paese: dopo lo spettacolo e la messa, il
pranzo presso il ristorante Del Crottino, riservato ad autorità
e sacerdoti, avrebbe messo il sigillo alla giornata di
festa. In omaggio alla quale il podestà Vestreni, d’accordo
con il segretario Mirri, aveva concesso una mezza
giornata di libertà ai dipendenti comunali.
Il corteo funebre incrociò lungo la strada statale la fila
dei bambini, elettrizzati dalla novità di quella mattina sottratta
alla noia della scuola. Nonostante l’intervento di alcune
maestre, con secche sberle sulla coppa dei più agita-
ti, non ci fu verso di ridurli al silenzio. Onde evitare nuovi
incontri imbarazzanti, il coadiutore del parroco, cui il funerale
era stato affidato – visto che il suo superiore era impegnato
a festeggiare sé stesso e il grano italiano –, impose
una deviazione che accorciò la strada dapprima verso la
chiesa, dove celebrò quello che lo scaccino giudicò essere
il riassunto di una messa, e poi verso il cimitero. Poiché il
tragitto indicato dal coadiutore aveva preso per stradine
erte e strette, pavimentate con un acciottolato farraginoso,
il corteo funebre, già magro in partenza, si asciugò ulteriormente:
si staccarono una decina di donne, in età e
anchilosate, che temevano di dover lasciare qualche osso
su quelle stradette.

Tratto da Almeno il cappello, Andrea Vitali

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