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martedì 10 marzo 2009

La donna del bar

Forte, battevano forte le ciglia innerite.Il verde le donava.Il rosa velava le gote e il rubino di poco colorava la labbra.Si sedette. Si guardò attorno come per attingere dal genere umano.A lei piaceva sbirciare e tenere dentro di sè quanto quegli occhi le suggerivano.
Un bicchiere freddo gocciolava ,i cubetti si intravedevano fra il giallo spento del succo all'ananas. Ecco che goccia dopo goccia la tovaglia raccolse quanto colava da su dove le labbra si poggiavano a gustare la bevanda. Beveva piano, di gusto, quasi sorseggiava.
Le unghie, corte e colorate di smalto vivo, si muovevano piano e segnavano l'aria.
Un piccolo ciuffo di lisci capelli cadeva sulla sull'omero sinistro, sfuggito alla morsa di una pinza stretta a fatica.
Di nuovo, l'aveva fatto di nuovo:passava l'indice dietro l'orecchio per spostare la ciocca ribelle. Lo fece ancora anche quando quell'uomo le si sedette accanto.Si sentiva imperfetta, a disagio, e voleva recuperare l'immagine che si era disegnata al mattino osservandosi allo specchio.Si alzò innervosità, colpì il bicchiere con un lembo del cappotto, l'aveva urtato per sbaglio mentre si girava a prender la borsa poggiata di fianco.
Rossa, più colorita delle labbra, scappò via in bagno. Chiuse la porta ancor prima di accendere la luce.Con le spalle attaccate alla porta, liberò un sospirò e la testa le cadde indietro.

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