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sabato 21 marzo 2009

Almeno il cappello...ancora

Quando lo scheletrito funerale giunse al cimitero, sotto
un cielo sempre più cupo, l’aria si riempì di un gioioso
scampanio: proveniva dalla chiesa dei Santi Pietro e
Paolo ed era il segnale che annunciava la messa solenne.
Il coadiutore doveva prendervi parte in qualità di chierichetto
dei celebranti, sei tra monsignori e prevosti: si rese
conto di essere in grave ritardo. Per recuperare accelerò
ancora i tempi della liturgia. Poi, scusandosi ma sottolineando
che una volta benedetta la bara il suo dovere
s’era esaurito, se ne andò a passo di corsa, tenendo al ginocchio
il sottanone per non inciampare.
Intervenne a quel punto il seppellitore Gaspare Struppia
che, essendo a tutti gli effetti un dipendente comunale,
non vedeva l’ora di godersi la mezza giornata di
permesso elargita dal podestà. Lo aspettava un programma
di tutto rispetto. Per mezzogiorno spaccato era atteso
da un gruppo di amici presso una baita sita in località
Sommafiume: polenta e lepre in salmì, e la polenta voleva
puntualità. Non appena il coadiutore si eclissò, il sotterramorti
si avvicinò all’Evelindo Nasazzi e gli ficcò in
mano la vanga. Poi, con tono d’ordine, gli ingiunse di
provvedere a riempire la fossa, il lavoro di fino l’avrebbe
fatto lui, il giorno dopo.
Il Nasazzi lo guardò. Il beccamorto aveva indosso la camicia
nera e non osò obiettare.
Era circa mezzogiorno quando finì di spalare. Infilò la
vanga nella terra nera, umida. A quel punto, rifletté, avrebbe
dovuto dire una preghiera.
«Requiem aeternam…»
Bene, fino a lì.
E poi?
Poi basta.
Si guardò intorno, si deterse la fronte che gocciolava.
«Sta’ bene», mormorò rivolto alla terra.
E se lei, la defunta, avesse potuto rispondere lo avrebbe
rassicurato: dopo vent’anni di vita passati con lui, qualunque
sistemazione, anche quella attuale e definitiva, si
lasciava preferire a ogni altra. Semmai, avrebbe aggiunto,
le dispiaceva per il figlio che si lasciava alle spalle, un
quindicenne malaticcio e inabile al lavoro, motivo di
continui dileggi e litigi tra marito e moglie, con lui a imputarle
la responsabilità della debolezza di quel sangue.
Proprio per questo gli avrebbe suggerito di pensare a riprendere
moglie, e che fosse una brava donna, in grado
di farsi carico delle necessità del ragazzo.

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