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mercoledì 15 luglio 2009

Dubbi?!

Ho sempre fatto un grande errore nella mia vita: dare fiducia, subito, senza farla guadagnare. E' vero, non a tutti, ma quasi. Spesso sono stata delusa, e ci sono stata male, ma la vita mi ha insegnato anche ad andare avanti.

Le persone hanno tutte qualcosa di speciale, di tipico, di loro e di nessun altro, ma ogni tanto si trovano persone speciali per noi.
Ci credevo, ne ero proprio certa ed ho fatto tutto secondo questa mia certezza...fino a che, finalmente, il manto si è levato e quanto pensavo tutt'altro si è rivelato.

Il dubbio. Una fortuna in certi casi, un metodo, ma a volte è un tarlo e pian piano corrode, mangia e si diffonde fino a finirci. Il dubbio altrui, su di me, poi quello è una razza di dubbio che mi tormenta. Mi duole come un pugno in pieno stomaco. Ci sono le insicurezze che emergono, ci si sente incapaci di farsi capire, di comunicare...a volte. Altre (volte!) il dubbio altrui su di me mi attiva, mi metto all'opera per dimostrare...questo sembrerebbe positivo, visto che la staticità è deletera (panta rei!), ci si fossilizza, non si cresce mai...eh, potrei dire mille cose, ma io ci son rimasta male e sinceramente cantarmi tutti questi aspetti positivi non mi convince affatto.
Comunque ho deciso di non dover dimsotrare niente, ho già dato. Di certo i dubbi altrui non dipendono da me. Che ognuno si tenga i propri dubbi!( potrebbe suonare un pò come ognuno ha la sua croce).
L'essere speciale poi svanisce, si diventa come gli altri, il valore attribuito cala.
Non sei speciale tu come non sono speciale io, figurati se possiamo essere speciali noi.

Buona vita

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certe volte si tratta di ascoltare, sentire, guardare … null’altro. E il dubbio scompare.

Certe volte il male che abbiamo ricevuto dal comportamento degli altri è colpa nostra; difatti immaginando il prossimo in un certo modo abbiamo creato le premesse della nostra delusione.

Quante volte t’è successo? Scoprire una debolezza nel prossimo e stare male per quella, soffrire per un atteggiamento che consideriamo premeditato a nostro danno, immaginare una qualità dell’animo in forma diversa da come si manifesta, e tante altre volte. Quante di queste possiamo veramente accusare di malvagità il prossimo? Quante, invece, siamo noi ad aver dato un giudizio sbagliato costringendo il prossimo ad adeguarsi all’idea che noi abbiamo di lui … pena la delusione? Pena l’esclusione e l’esilio dai nostri sentimenti?

Forse, nel caso più “etereo” più puro, quello che ci compete, dovremmo solo leggerci; soltanto capire chi siamo (ascoltare, sentire, guardare) … senza pensare, immaginare, progettare ipotecando il futuro anche di chi ci sta vicino, sia l’amore oppure la semplice amicizia a dipingerne i tratti nel nostro animo.

Che ogni volta ci debba essere un’evoluzione del “rapporto”, che sia necessario raggiungere delle tappe, che debba essere importante dimostrare … insomma immaginare che ci debbano essere dei risultati tangibili senza che questo processo immaginativo venga condiviso con chi dovrebbe evolversi insieme a noi, porta al danno e di conseguenza al dubbio che erode il nostro animo: “il suo comportamento è voluto a nostro danno?”

Non so se parlo a sproposito, ma parlo, anzi scrivo, con la voglia di far arrivare a te, solo delle sensazioni, delle impressioni … le stesse che tu, inconsapevolmente o no, hai fatto arrivare a me. Non sapevi di essere osservata ma lo immaginavi, sei entrata in un luogo dove c’è gente che parla e gente che osserva. Forse io stesso sono stato osservato da te senza che lo potessi sapere … è capitato? Forse tu, seguendo le mie tracce hai provato delle emozioni, belle o brutte che siano non lo so, e non me l’hai detto … è cosa normale.

Ogni volta che guardiamo qualcuno nasce un rapporto. Bisogna seguire le linee istintuali nell’intento di volerlo scoprire; guardare con gli occhi si, ma anche con l’animo … e potrebbe rivelarsi solamente come la straordinaria emozione di osservare un alba, o un tramonto, o il volo di una farfalla … e di questo rapporto conserveremo l’emozione forse con maggior forza e incisione nel nostro animo di cose che siamo “abituati” a vedere ogni giorno.

Alle volte questo rapporto si evolve … qualcuno di noi allunga una mano per toccare un fiore, accarezzare un cucciolo morbido, scrivere una parola di approvazione, manifestare l’entusiasmo con un sorriso, stringere una mano per l’approvazione … è il momento di ascoltare, sentire, guardare.