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venerdì 10 luglio 2009

Il racconto dell'isola sconosciuta

José Saramago, premio nobel per la letteratura nel 1998, scrive una bellissima storia d'amore, raccolta da questo piccolissimo libretto illustrato (solo 29pagine!): Il racconto dell'isola sconosciuta.
Si legge nel tempo di una bevuta che disseti l'arsura e se ne gode per molto di più.
L'isola sconosciuta è un luogo mobile che appare e scompare sulle carte della fantasia ma sta ben saldo nel cuore di ognuno di noi.

Per capire un pò chi è Saramago, ma in modo più intimo di quanto possa essere la lettura di una biografia, vi indico un post datato appena 10 Luglio 2009 presente in il Quaderno di Saramago:

Con i primi calori, si sa già, fatale come il destino, giornali e riviste, e ogni tanto anche qualche rete televisiva di gusti eccentrici, vengono a chiedere all’autore di queste righe che libri consiglierebbe da leggere per l’estate. Ho sempre evitato di rispondere, perché considero la lettura un’attività sufficientemente importante da dovercisi dedicare nel corso dell’intero anno, questo in corso e tutti quelli avvenire. Un giorno, di fronte all’insistenza di un giornalista ostinato che non mi lasciava fuggire, ho deciso di risolvere la questione una volta per tutte, definendo quella che allora ho chiamato “famiglia dello spirito”, nella quale, posso dirlo, io farei la figura dell’ultimo tra i primi. Non è stata una semplice lista di nomi, ognuno aveva la sua piccola giustificazione perchè si capisse meglio la scelta del parente. Ho poi incluso nei Quaderni di Lanzarote l’immagine finale dell’”albero genealogico” che mi ero spinto ad abbozzare e che ripeto qui per soddisfare i curiosi. In prima posizione c’era Camões perché, come ho scritto in L’anno della morte di Ricardo Reis, tutte le strade portoghesi portano a lui. Seguivano poi Padre António Vieira, perché la lingua portoghese non è mai stata così bella come quando l’ha scritta questo gesuita, Cervantes, perché senza l’autore di Chisciotte la Penisola Iberica sarebbe una casa senza il tetto, Montaigne, perchè non ha avuto bisogno di Freud per capire chi era, Voltaire, perchè ha perso le illusioni sull’umanità ed è sopravvissuto al disgusto, Raul Brandão, perché non è necessario essere un genio per scrivere un libro geniale, Húmus, Fernando Pessoa, perché la porta attraverso cui si arriva a lui è la porta attraverso cui si arriva in Portogallo (avevamo già Camões, ma ci mancava ancora un Pessoa), Kafka, perché ha dimostrato che l’uomo è uno scarafaggio, Eça de Queiroz, perché ha insegnato l’ironia ai portoghesi, Jorge Luis Borges, perché ha inventato la letteratura virtuale, e, in fine, Gogol, perchè ha osservato la vita umana e l’ha trovata triste.
Cos’altro? I lettori mi permettano di dare un consiglio. Definite la vostra “famiglia dello spirito” letteraria a cui vi sentite più legati.
Sarà una buona occupazione per un pomeriggio al mare o in campagna. O in casa, se quest’anno non ci dovessero essere soldi per le vacanze.

di José Saramago

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