@

dibeneinpeggio.blog@libero.it

giovedì 23 luglio 2009

Sconcertante Little Miss America

di Mariaveronica Arrigoni

Donne in miniatura, che già all'età di sette anni passano ore dal parrucchiere, si fanno le sopracciglia, addirittura si depilano le gambe. Ecco le reginette di bellezza del domani, che già oggi si sfidano a colpi di capelli perfetti, trucco pesante e sorriso smagliante. Tutto il contrario di Olive Hoover, l'adorabile protagonista di "Little Miss Sunshine", il film evento vincitore di due premi Oscar: via gli occhiali spessi, le scorpacciate di gelato e l'indimenticabile esibizione finale sulle note di "Super Freak" di Rick James con frac e tuba. Paige, Karlee e Holly sono l'opposto, più simili a Shelly, la sorellina di Barbie.

I concorsi di bellezza fanno parte dell'identità americana dagli anni Venti, e sono stati aperti ai bambini negli anni Sessanta. A questo scintillante mondo è dedicato "Little Miss America", un reportage in onda a partire dal 15 luglio ogni mercoledì per otto settimane alle 22 su Discovery Real Time, il canale 118 di Sky.

Il documentario, trasmesso negli Stati Uniti a gennaio con il titolo di "Toddlers and Tiaras", esplora il dietro le quinte di questi show made in Usa, uno sguardo sui preparativi, le prove e le ansie delle piccole partecipanti, mostrando le aspiranti miss anche al di fuori del concorso, con interviste ai genitori e i racconti della loro vita quotidiana.

Donnine che fin dalla più tenera età sanno usare l'autoabbronzante e ammiccare ai giurati per ottenere un voto in più verso la corona. Il più delle volte, queste modelle under 10 solcando le scene assecondano in realtà solamente i desideri e le aspirazioni dei papà e delle mamme, moderne Anna Magnani, la madre e talent scout in "Bellissima" di Luchino Visconti. E dietro alla voglia dei genitori di avere per figlia "la più bella tra le belle" si cela un vero e proprio business: secondo i dati della Direzione internazionale dei concorsi, sono 500 le competizioni ogni anno per le più piccole, cui partecipano circa 100 mila bambine.


L'iscrizione costa dai 50 agli 800 dollari per quelli nazionali, e per chi vince i premi possono arrivare fino a centinaia di migliaia di dollari. Con tali cifre, si capisce come alcuni genitori possano investire dei capitali nel corredo delle loro eredi, visto che il trucco e l'abbigliamento necessario per concorrere al titolo di "Miss Georgia Spirit" o al "Grand Supreme" in West Virginia costa caro. C'è chi, invece, preferisce creare in casa tutto ciò che serve. Come David, l'esuberante papà di Ava, una delle protagoniste del documentario, che confessa di aver iniziato a pensare a come trasformare la sua principessina in una reginetta quando sua moglie è rimasta incinta. Costumi fatti con le sue mani, lezioni di danza e di portamento, e la piccola di due anni è pronta a sfilare. Ed è sempre David a tenere un blog sul sito del programma in cui il papà coach risponde ogni giorno a decine di domande e, molto spesso, anche alle critiche. Forse, in America il ricordo di Jon Benét Ramsey, la mini miss uccisa a soli sei anni, è ancora troppo vivo per non trovare sconcertante la messa in mostra di bambine a questo modo. Sul blog, ci si chiede se così non si attirino i malintenzionati, ma soprattutto si mette in dubbio la reale volontà delle bambine di partecipare a questi concorsi. Ma David, come molti altri genitori intervistati, non manca mai di sottolineare la felicità e la gioia delle piccole sul palco e durante le decine di ore passate tra sedute di bellezza e allenamenti. Roni, l'unica figlia di Stephanie, una madre single del Delaware, per salire sulla passerella si sottopone all'hair extension per essere pronta a sfilare con il suo bikini rosa, mandando un bacio ai giurati e sussurrando "Vieni qui baby". Tutto senza perdere il sorriso dei suoi tre anni. Roni è una veterana del palco, ma non sono sempre state rose e fiori. Nelle foto del suo debutto, al posto del sorriso c'erano solo lacrime. All'epoca, aveva nove mesi.
(10 luglio 2009)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è semplicemente terribile questo genere di manifestazioni.

EricaM ha detto...

già!

Anonimo ha detto...

Ad oggi, dopo aver visto la trasmissione, posso solo dire che quei genitori sono vergognosi e che quei bambini (maschi e femmine) mi fanno pena.